Occupazione all’Artistico otto sospensioni in arrivo

VENEZIA. L’occupazione del liceo artistico continua a far discutere. Da una parte la dirigenza scolastica che, come avvisa il preside Roberto Sinitini, comunica l’avvio di una fase istruttoria per capire cosa sia successo dentro la scuola. Dall’altra gli studenti che, tramite il Collettivo dei rappresentanti, denunciano la ritorsione «verso pochi per colpirne molti».
La vicenda riguarda l’occupazione di tre giorni del liceo artistico iniziata lo scorso 21 febbraio. Una decisione, quella di occupare, arrivata al termine di trattative per una cogestione condivisa con il corpo docente. Una trattativa non andata a buon fine tanto che, come spiegato dal rappresentante di istituto Sebastiano Bergamasco, gli studenti hanno iniziato un’occupazione perché «altrimenti si sarebbe perso il senso della protesta stessa».
Sotto la lente di ingrandimento ci sono dei danni alle strutture (porte, banchi, sedie) lamentati dalla Città Metropolitana, proprietaria dell’immobile, che nei giorni scorsi ha fatto un sopralluogo nella scuola. In più c’è l’interruzione di un servizio pubblico che deve essere giustificata. «Il dialogo con gli studenti c’è sempre stato», spiega Roberto Sinitini, all’ultimo anno di presidenza, «Ora bisogna capire quanto questo dialogo fosse sincero e costruttivo, come invece è successo al Marco Polo e al Benedetti. A noi era stato chiesto di far slittare ad aprile la cogestione perché i ragazzi non erano pronti con le attività. Forse qualcosa non torna. Però fare chiarezza è un dovere nei confronti di tutti gli alunni. La scuola è un luogo di partecipazione democratica».
Nei prossimi giorni le decisioni saranno prese dal consiglio d’istituto che, il 12 marzo, valuterà la responsabilità o meno degli studenti coinvolti. La risposta degli studenti è affidata ai rappresentanti del Collettivo. «Dopo aver chiuso l’accesso a un’aula da noi riqualificata, adesso a 8 ragazzi e ragazze sono arrivate delle lettere che annunciavano l’iter per assegnare le sospensioni». Nonostante i tentativi, continuano gli studenti, le comunicazioni sono arrivate dalla segreteria senza un confronto diretto con la dirigenza. «C’è da ricordare», concludono gli studenti, «che l’occupazione non è stata un’iniziativa di un gruppetto di otto persone ma è stata vissuta da tantissimi ragazzi. È grave la scelta di individuare otto capri espiatori».
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