Non riesce a pagare il mutuo, artigiano suicida a 40 anni

Federico Pierobon lavorava come muratore a chiamata, e le cose non andavano più bene come un tempo. Era caduto vittima della depressione: in un sms alla fidanzata ha annunciato di volersi togliere la vita, non c’è stato il tempo per salvarlo

MARTELLAGO. La crisi, l’impossibilità di arrivare a fine mese e riuscire a pagare il mutuo della casa. Ma non solo: depressione e una serie di problemi che lo assillavano. E così ha deciso di togliersi la vita Federico Pierobon, artigiano- muratore di 40 anni di Martellago ma molto conosciuto a Zelarino, dov’era nato, vissuto e aveva quegli amici di sempre che ora lo piangono e non riescono a capacitarsi di quanto successo.

Inutili i tentativi dei medici del Suem di rianimarlo: quando sono arrivati nel suo appartamento di via Morosini, non c’erano più speranze di salvarlo. Il dramma poco dopo la mezzanotte di ieri. Pierobon ha inviato un messaggio al cellulare alla fidanzata, con la quale viveva un rapporto altalenante. La donna non è riuscita a leggerlo subito ma quando è successo, si è insospettita e ha chiamato Federico. Niente da fare, perché l’uomo non rispondeva. Così, con un amico, è andata nella sua casa e, nel frattempo, ha avvertito i soccorsi. Giunti sul posto, hanno scoperto l’artigiano impiccato con un cavo elettrico.

Intanto nell’appartamento di Martellago, verso l’1.30, sono arrivati i sanitari e i militari di Scorzè, che non hanno potuto che constatare il suo decesso. Alla base del gesto estremo, ci sarebbe la difficoltà di pagare le rate mensili della casa ma non si escludono anche altri problemi, di natura depressiva. Nel corso della giornata, è stato trovato un biglietto lasciato dal 40enne, dove indica di dare alla sua ragazza tutti gli oggetti dell’appartamento.

Originario di Zelarino, Federico Pierobon abitava da alcuni anni a Martellago. Una professione come muratore a chiamata e quel lavoro che non dava più le stesse garanzie di una volta. Chi lo conosceva bene, dice che aveva il suo giro ma non più come una volta, proprio a causa della crisi economica: capitava di lavorare di più e poi di meno. Degli alti e bassi che non gli permettevano di farcela con i soldi.

In un attimo, la notizia della sua scomparsa è arrivata a Zelarino, paese a cui era molto legato e dove in molti lo conoscevano. Un tam tam di telefonate ed sms per comunicare la tragedia. Nessuno ci voleva credere e c’è chi lo aveva sentito non più tardi di tre giorni fa. «L’ho saputo in tarda mattinata – racconta uno degli amici – e davvero non credo che possa essere successa una cosa del genere. È terribile. Ci siamo sentiti al telefono, mi sembrava tranquillo, senza particolari problemi. A me non aveva mai dato da pensare che potesse togliersi la vita. Era una persona sorridente, tranquilla, molto conosciuto in paese dov’erano vissuto. Sapeva far bene il suo lavoro».

A far visita alla famiglia per dimostrare la vicinanza della comunità, a metà pomeriggio nell’abitazione di Pierobon è giunto il parroco di Zelarino, don Daniele Memo, che ha incontrato i genitori, la sorella, i parenti e gli amici. Visto il suo legame con Zelarino, la cerimonia funebre si svolgerà nei prossimi giorni nella chiesa intitolata a Maria Immacolata e a San Vigilio.

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