«Non è sport di contatto la voga veneta si può fare e non servono deroghe»

«Il nostro non è uno sport di contatto. E non è contemplato tra quelli di questo tipo elencati nell’ultimo Dpcm e nel decreto del Dipartimento dello Sport. Dunque può essere praticato rispettando le norme di sicurezza». Le associazioni di voga veneta e vela scrivono al prefetto Vittorio Zappalorto, che aveva manifestato l’intenzione di intervenire per chiedere lo svolgimento delle discipline sportive sull’acqua. «Nel decreto e nel Dpcm», scrivono le associazioni, «non abbiamo riscontrato tra gli sport di contatto la vela e la voga alla veneta.

E non poteva essere che così, perchè nel nostro caso le attività si svolgono su barche che consentono il distanziamento di almeno due metri e non prevedono occasioni di contatto». «Pertanto», concludono, «nelle nostre associazioni possono essere utilizzate le imbarcazioni dove il rispetto del distanziamento dei vogatori di almeno due metri sia garantito in modo continuativo. Utilizzando negli altri casi la mascherina». Non c’è bisogno di deroghe, concludono le società. Perché la voga non è tra gli sport di contatto, come invece il basket, il calcio, il calcetto e altri. La lettera inviata al prefetto è firmata dal presidente della Canottieri Giudecca Lucio Conz, da Giulio Cantagalli (Diporto Velico veneziano), Daniela Costantini (Gruppo sportivo Voga veneta Mestre), Francesco Casellati (Reale società Canottieri Bucintoro) e Marco Ghinami (reale società Canottieri Francesco Querini). Un sospiro di sollievo per gli iscritti alle remiere cittadine, che sono migliaia. E che in questi giorni di fine stagione, con luce autunnale e temperature ancora miti, approfitta per farsi una vogata in laguna. —



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