«Noi non aumenteremo le tasse locali»

«Senza emendamento del governo avremmo dovuto rimodulare tanti valori. Abbiamo ridotto i costi della politica e a chi si lamenta che non si toccano i dirigenti, ricordo che a loro abbiamo già ridotto la quota accessoria degli stipendi del 60 per cento, 30 per cento l’anno nelle ultime due annualità». Sandro Simionato, vicesindaco del Comune e assessore al bilancio con delega alle politiche sociali, interviene, dopo il sindaco Orsoni, sui conti da rispettare nel 2014, sul patto di stabilità e i problemi di Mestre.
Resta il fatto che ci sono dirigenti che prendono ben più dei politici.
«Vero, stanno abbondantemente sopra i nostri stipendi, ma non dipende da noi. Il problema di fondo è che noi amministratori locali non decidiamo le regole, ma le dobbiamo rispettare. Le cifre dei contratti dei dirigenti sono stabiliti a livello nazionale e se il dirigente lavora bene è giusto pagarlo. Lo sforamento del patto della stabilità non prevede di andare a toccare i contratti nazionali ma solo le quote accessorie. Ma non riguarda la dirigenza».
Bilancio: nel 2014 che situazione troveremo?
«Noi per il 2014 continuiamo l’operazione avviata nel 2011 per riportare alla normalità la spesa corrente, che in passato trovava copertura con entrate straordinarie e aleatorie. Il Casinò nel 2007 ci dava oltre cento milioni e oggi ne garantisce poco più di dieci. Altro fronte, le alienazioni patrimoniali. Noi abbiamo lavorato per far sì che le spese correnti siano collegate ad entrate certe rispettando le norme. Da qui l’imposta di soggiorno e l’intervento sull’Irpef. Ma abbiamo garantito ai cittadini un’elevata offerta di servizi, nonostante la crisi, non toccando nidi, materne, il supporto alla disabilità e abbiamo dato contributi all'affitto superiori ai trasferimenti di Stato e Regione. Sul fronte del debito, quest’anno lo abbiamo ridotto di 70 milioni e siamo a quota 300. Ridurre il debito è essenziale per ridurre i ratei dei mutui».
Aumenterete le tasse locali?
«Se dipendesse da noi aumenti di tasse locali non ce ne sarebbero ma molto dipenderà dalle scelte nazionali sull’ex Imu, ora Iuc, e sulla Tares-Tasi. I 30 cent aggiuntivi che vanno pagati per la Tares entro il 24 gennaio non entrano nelle casse del Comune ma dello Stato. Quindi se ci saranno eventuali aumenti, questi non dipenderanno da noi. Noi ci siamo limitati ad adeguamenti Istat per Cimp e Cosap, spazi pubblici e pubblicità».
Le alienazioni non hanno prodotto risultati.
«Non hanno funzionato causa la crisi ma il problema è nazionale. Confidiamo nelle modifiche al patto di stabilità che l’Anci porta avanti».
Mestre attende il rilancio vero dopo un anno difficile.
«Il 2014 con la chiusura di interventi importanti (cantieri Barcella e Poerio-Riviera XX Settembre) e l’avvio di altri interventi, come, entro settembre 2014, il cantiere del museo M9, potrà segnare un chiaro cambio di passo. Sarà l’anno della definizione di Pum e Put (Piani della mobilità e del traffico) che anche i commercianti indicano come necessari per il rilancio di Mestre. Le nostre strategie arrivano in porto e dovremo impostare il lavoro futuro, per una Mestre con servizi di scala metropolitana».
Ma la gente vi sente lontani.
«Ai mestrini dico che ci sono situazioni in cui le percezioni sono riscontrabili e oggettive. L’amministrazione deve essere attenta ma anche il cittadino deve ammettere che, a volte, si fa quello che si può nell'interesse della città. Da ambo le parti ci deve essere ascolto e riconoscimento».
Il rammarico più grande?
«La mancanza di uno strumento efficace per intervenire sul degrado determinato da talune presenze. Ci sono dei limiti oggettivi che non riusciamo a superare e serve un aiuto dal governo con nuove norme».
C’è pure il degrado.
«Rischia di venire meno il senso civico a partire dalle nuove generazioni. Occorre invece sentire che il bene pubblico è di tutti e amare la città».
Uno dei difetti della sua giunta è un evidente deficit nella comunicazione, siano cantieri o viabilità.
«Vero, c’è un deficit di comunicazione. Alcune cose sono fattibili e le faremo, altre si possono fare ma hanno costi molto alti e se hai risorse contate e sei sotto osservazione sulle spese, fai fatica a farlo. Ma è importante agire».
Il suo augurio alla città?
«Auguro una ripresa reale, a partire dal lavoro che vorrei sempre meno precario, specie per i giovani. Perché da questo nasce la speranza di un futuro collettivo. E spero in un segnale di dedizione forte e volontà di costruirla assieme, al di là di polemica, con osservazioni e condivisione, e dialogo tra amministratori e cittadini».
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