«Noi minoranza cristiana in Palestina»

CHIOGGIA. È stato ufficializzato ieri mattina, nella sala dei lampadari del municipio di Chioggia, il progetto di cooperazione internazionale, finanziato dall’Agenzia Italiana per la cooperazione...

CHIOGGIA. È stato ufficializzato ieri mattina, nella sala dei lampadari del municipio di Chioggia, il progetto di cooperazione internazionale, finanziato dall’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo AICS, chiamato “Specialitaly” , che coinvolge le amministrazioni comunali di Comacchio, comune capofila, Lavello e, appunto, Chioggia che porteranno avanti il progetto di sviluppo inclusivo del settore turistico a Beit Sahour e Betlemme, in Palestina. A presentare il progetto alle autorità clodiensi, presenti con il sindaco Alessandro Ferro e l’assessore al turismo Angela D’Este, J. J. Qumsiyeh, che lavora presso il ministero palestinese del turismo e delle antichità e la moglie Wafa Farid Musleh, che invece opera all’interno del Caritas Baby Hospital di Betlemme.

Entrambi palestinesi, ma cristiani hanno raccontato quali siano le difficoltà di chi, pur nei luoghi che hanno segnato la vita di Gesù Cristo, è oramai una minoranza, rappresentando appena l’1% della popolazione, contro il 25% di alcuni anni fa che invece ha preferito emigrare verso altri paesi. «Anche noi», ha spiegato Qumsiyeh, «eravamo tentati di lasciare la Palestina per dare un futuro migliore ai nostri figli, ma poi abbiamo pensato che dovevamo rimanere perché eravamo le pietre viventi di questo popolo e la nostra è una sorta di missione». L’oggetto dell’iniziativa è quello di promuovere l’offerta turistica nei municipi di Betlemme e Beit Sahour. «Chi avrà piacere di farci visita», dicono in coro, «non si limiti solo a toccare le pietre sacre, ma venga anche a trovare la nostra comunità, noi che siamo le pietre viventi di questi luoghi e scoprirà un’altra Betlemme». Il rafforzamento istituzionale prevede lo sviluppo di accordi di gemellaggio già stipulati o da ampliare con gli enti locali italiani coinvolti ed un ampio programma di visite, di scambi e di amicizia, con la possibilità di partecipazione di istituzioni scolastiche italiane e con stage e visite di giovani palestinesi in Italia, con azioni di comunicazione per promuovere azioni di educazione alla cittadinanza globale, anche in luoghi che devono affrontare mille difficoltà. (d.z.)

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