Operaio si sente male e muore, sciopero indetto nella fabbrica

Alla Zincol Noale la denuncia dello Slai Prol Cobas: «Malore al lavoro ma nessuno ha chiamato il 118». Ma l’azienda smentisce

Alessandro Abbadir
Lo sciopero indetto dai colleghi
Lo sciopero indetto dai colleghi

Un operaio si sente male in azienda e muore poche ore dopo a casa. Per questo, alla Zincol di Noale, il sindacato Slai Prol Cobas ieri mattina ha indetto uno sciopero.

L’azienda che si occupa di lavorazioni dello zinco nel settore metallurgico ha oltre 50 dipendenti a Noale e si serve anche di decine di lavoratori interinali. L’astensione ha riguardato l’ultima ora del primo turno e la prima ora del secondo turno.

«Martedì 17 giugno», spiega Paolo Dorigo per il Coordinamento Provinciale Slai Prol Cobas insieme ad alcuni compagni di lavoro dell’operaio morto, «Florin Busu, operaio rumeno nostro collega e dipendente della agenzia interinale “Umana” si è sentito male, ed ha avvertito il responsabile dello stabilimento del fatto. Erano quasi le ore 13 anziché portarlo in infermeria o chiamare l’ambulanza, è stato fatto “parcheggiare” presso la panchina posta di fronte all’ufficio, all’entrata dello stabilimento. Ha potuto scambiare nelle ore successive alcune parole con i colleghi che per un motivo o per l’altro, passavano lì accanto finché alle ore 17 è stato accompagnato da due colleghi con un’auto aziendale, a casa sua vicino a Gambarare Mira.

Florin Busu
Florin Busu

In quel momento a casa di Florin Busu, questo il suo nome, non c’era nessuno. Verso le 19: 50, a quanto la convivente ha riferito, quando è tornata a casa, Florin era morto, e stranamente anziché essere in casa o a letto o sul divano, era nella propria auto all’interno del giardino di casa, seduto al posto di guida ma riverso verso l’altro sedile».

La denuncia pubblica dei rappresentanti del sindacato arriva contestualmente alla disponibilità ad essere sentiti dalla magistratura, e certo dovrà essere l’autorità giudiziaria a stabilire come si sono svolti i fatti: «Denunciamo comunque sia la prassi aziendale di non chiamare le autorità sanitarie nei casi di necessità, sia l’anomalia dell’accompagnamento a casa ben 4 ore dopo l’insorgere dello stato di necessità da parte dell’operaio Florin Busu».

In ogni caso Slai Prol Cobas porterà l’esposto in Procura della Repubblica di Venezia. L’azienda, da noi interpellata, non ritiene di dover fare dichiarazioni, fa sapere però di ritenere la ricostruzione fatta dallo Slai Prol Cobas non veritiera e strumentale. Slai Pro Cobas poi denuncia il fatto che l’azienda ha emesso per ora una sospensione dal lavoro di un rappresentate sindacale Slai Prol Cobas che aveva denunciato atteggiamenti anti sindacali dell’azienda. Un licenziamento motivato con un’inidoneità al lavoro.

«Rifiutiamo», spiega il sindacato, «questo escamotage, chiamiamo all’unità operaia tutti i lavoratori contro questa forma di repressione camuffata, e rivendichiamo il diritto sindacale e la libertà di scelta dei lavoratori, di fronte a questo esempio di negazione della democrazia in fabbrica». 

 

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