Morto in un incidente Giuliano Gemma, era molto legato a Venezia

VENEZIA. E' rimasto coinvolto in un grave incidente stradale a Cerveteri, nei pressi di Roma, l'attore Giuliano Gemma: le sue condizioni sono apparse da subito molto gravi ed è spirato mentre veniva trasportato in ambulanza in ospedale.
Gemma, attore dalla lunghissima carriera, si diceva "molto legato" a Venezia. In particolare alla Mostra del Cinema, dove sono stati presentati praticamente tutti i suoi film più importanti. Nel 2008 proprio al Lido aveva festeggiato i suoi 70 anni con una serata speciale.
La vita e la carriera. Romano di nascita, emiliano di adozione (trascorse la primissima infanzia a Reggio Emilia), Gemma arriva al cinema giovanissimo, ma quasi per caso e grazie alla passione sportiva. Ha appena 20 anni quando strappa la prima apparizione su un set (Venezia, la luna e tu di Dino Risi) e appena due di più quando il giovane Duccio Tessari lo scopre sul set di Messalina. Tessari se ne ricorderà nel 1962, al momento di debuttare con il mitologico Arrivano i titani e gli affiderà il ruolo del forzuto Crios. Scelta azzeccata sia perchè il ragazzo ha alle spalle una buona carriera d’atleta con predilezione per il pugilato, sia perchè la passione del cinema lo ha portato a girare i set di Cinecittà come comparsa e stuntman.
Che Giuliano Gemma non passi inosservato sulla scena del cinema italiano lo conferma anche la scelta di Visconti che, nello stesso 1962, lo vuole a fianco di Alain Delon e dell’imberbe Mario Girotti (poi Terence Hill) per dar vita al gruppo garibaldino del Gattopardo. Gemma si impiglierebbe in ruoli stereotipi se non avesse la fortuna che già era arrisa al suo mito, Burt Lancaster, incontrato sul set di Visconti: entrambi diventano divi grazie al western. Gemma troverà il suo John Ford ancora in Tessari che, nel 1965, gli affida il ruolo da protagonista nello spaghetti western Una pistola per Ringo. Un successo: l’unico personaggio che rivaleggi in popolarità con il pistolero senza nome inventato da Sergio Leone per Clint Eastwood. Come Montgomery Wood, Giuliano Gemma cavalca una decina di volte nel western all’italiana e ogni film è un successo, tanto da diventare popolarissimo anche all’estero, dall’America al Giappone. L’avventura, il coraggio, l’esibizione della possanza fisica, lo accompagnano.
Alla fine degli anni ’60 il suo nome e’ una garanzia al botteghino, ma proprio allora Gemma scopre un secondo aspetto della sua personalità artistica proiettandosi ai confini del cinema d’autore (da Corbari di Valentino Orsini, 1971, a Delitto d’amore di Luigi Comencini, 1973, a Circuito chiuso di Giuliano Montaldo, 1978). Prova la commedia (Anche gli angeli mangiano fagioli, 1972), cerca la guida dei grandi maestri (Il deserto dei tartari di Valerio Zurlini, 1976), sceglie modelli epici (Il prefetto di ferro di Pasquale Squitieri, 1977) e autoironici (Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli, 1986). E quando c’è bisogno di lucidare il blasone, rimonta a cavallo e offre il suo volto al leggendario Tex Willer in Tex e il signore degli abissi, ancora una volta con il fido Duccio Tessari nel 1985. Un film che diventa oggetto di culto (lo è ancora) e rilancia una popolarità che l’attore sfrutta per farsi largo nella fiction televisiva.
Divo di quasi 100 film, l’indimenticabile ufficiale del Deserto dei tartari (il suo capolavoro), l’uomo che ha lavorato a fianco di star internazionali quali Kirk Douglas, Rita Hayworth, Henry Fonda, John Huston, Klaus Kinsky, Fernando Rey, Francisco Rabal, Lee Van Cleef, Florinda Bolkan, Liv Ullman, Van Johnson, Ely Wallach, Jack Palance, Max von Sydow, Philippe Noiret, Catherine Deneuve, Ursula Andress, Senta Berger, Claudia Cardinale, ha purtroppo perso la vita in un drammatico incidente stradale.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia