Montresor, indagati pure i figli
di Carlo Mion
ERACLEA
Dopo il padre Giovanni Montresor , 68 anni, di Bussolengo, la Guardia di Finanza scopre che pure i due figli dichiarano pochi euro. Praticamente come l’importatore di vacche dall'Argentina ed evasore fiscale totale che sta dietro al tentativo di realizzare la più imponente speculazione, valore mezzo miliardo di euro, del litorale, i due hanno dichiarato per il 2009 e il 2010, una manciata di euro come reddito. Per la Finanza sono “soggetti fiscalmente simili” al padre e su di loro sono iniziati puntigliosi accertamenti. Non è da escludere che molto probabilmente i finanzieri scopriranno che in realtà, da qualche parte, hanno un tesoretto mai dichiarato. Il padre in realtà aveva un tesoro.
La storia di Montresor, il grande evasore, è singolare di come anche nel Nordest l’evasione sia forte. La Guardia di Finanza lo ha scovato, gli ha sequestrato le quote, per un valore di 52 milioni di euro, del fondo che aveva creato in Lussemburgo per cementare Valle Ossi. Un progetto speculativo iniziato nel 2008 e scoperto dagli uomini del Gico del Nucleo di polizia tributaria di Venezia, che hanno ficcato il naso sull’operazione temendo infiltrazioni mafiose. In realtà hanno trovato il veronese che dai primi anni Ottanta possiede ben 180 ettari di terra a Eraclea. Un imprenditore già nella famosa lista sequestrata all’avvocato Pessina, grazie al quale riuscì a portare in Svizzera, illegalmente, 8 milioni di euro.
L’evasione, per Montresor e la moglie, è un’abitudine. Solo negli ultimi due anni ha presentato una denuncia dei redditi, una volta per 4 euro e l’altra per 5. Nonostante all’estero avesse milioni depositati in società che ha fatto nascere e morire in Gran Bretagna, Madeira e Lussemburgo. Lui era titolare di quote, e unico amministratore, delle società che si occupavano soprattutto di gestione immobiliare. Sequestrate a Montresor 2.000 quote del fondo immobiliare Copernico Numeria che controlla la Numeria Snc Spa che doveva compiere l'intervento sulla Valle Ossi. L'ottanta per cento del fondo è riconducibile a Montresor e vale 52 milioni di euro. Il fondo viene creato in Lussemburgo nel 2008 quando l'importatore di vacche decide di dar vita alla speculazione su quel terreno di sua proprietà. Sa che il terreno da agricolo è diventato edificabile. Quei 180 ettari che venduti potevano fruttare 43 milioni ora valgono 63 milioni. Entra nel fondo che lui stesso crea versando il valore del terreno. Poi racimola qualche altro investitore che copre il restante 20 per cento di quote.
Ma chi la pensa non ha fatto i conti con il Gico della Guardia di Finanza che mette il naso sull'affare e sul fatto che il Comune di Eraclea, dopo una lunga battaglia legale, riesce a ottenere il riconoscimento dell'Ici sulle proprietà relative al terreno: dal 2002 circa 290mila euro l'anno. Il Comune dal Lussemburgo ha la conferma che le genesi dell'operazione è tutta italiana.
La compravendita del terreno ha incastrato Montresor e la moglie che nel 2010 si sono pure "dimenticati" di denunciare al fisco i 65 milioni incassati dalla vendita del loro terreno al proprio fondo. Per quell'anno Montresor ha dichiarato al fisco 5 euro. Adesso i controlli toccano ai figli.
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