Mogliano, una famiglia sotto la piena del Dese

MOGLIANO.
La pioggia, il fiume che sale, la corsa per sistemare i sacchi di sabbia per evitare che l'acqua entri in casa. La tracimazione del fiume Dese, avvenuta nei giorni scorsi, viene raccontata dalla moglianese Chiara Gaggio. Che si unisce alla protesta di molti residenti. Chiara Giaggio abita da 25 anni una casa sulla riva del Dese, a Mogliano Veneto, in un borgo detto «Il turbine» dalla turbina del mulino, sorto nel 1500 per sfruttare l'energia del salto dell'acqua. Mercoledì scorso ha dovuto fare i conti con l'eccezionale piena del fiume e il rischio che l'acqua entrasse in casa: «Una precipitazione di pioggia, abbondante, ma non così da far pensare ad una piena e invece a partire dalle 11 del mattino l'acqua del Dese è cresciuta di livello». All'una il marito è stato costretta a sistemare vari sacchi di sabbia all'ingresso del punto più basso della casa, un magazzino: l'acqua poi è straripata a monte, con un allagamento dei campi circostanti scongiurando così il rischio di danni maggiori. Preoccupazione, impotenza, quasi disorientamento: questi i sentimenti degli abitanti della zona: «La parcellizzazione delle competenze, la mancanza di coordinamento, che si aggiungono alla sconsiderata utilizzazione del territorio di cui spesso si parla, ma quando ti tocca da vicino senti che non è solo un discorso - conclude Chiara - Zaia vuole più soldi per le opere fluviali. Come li spenderà? Ai Consorzi, gli unici che si muovono in questi casi sono stati tagliati i fondi».  Intanto il sindaco di Casale Bruna Battaglion risponde alle accuse dei giorni scorsi mosse dai residenti di via San Nicolò dopo l'eccezionale esondazione del Sile: «Nel nostro Comune ci sono più di 11mila abitanti, abbiamo in tutto 36 dipendenti, più di così cosa potevamo fare? Continuano a tagliare i fondi ai Comuni: facciamo tutto ciò che è nelle nostre possibilità e la Protezione civile si è data da fare cercando di risolvere le situazioni di emergenza in tutto il nostro territorio».

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