«Mi ha mandato le foto del sangue e gli ho detto di chiamare il 118»

la testimonianza
«Natalino mi ha mandato le foto del lago di sangue e gli ho subito detto di non perdere neanche un minuto e di chiamare i soccorsi». Claudio Boscolo Zemello è il fratello dell’uomo accusato di aver ucciso la moglie Maila a Cavarzere all’alba di mercoledì. Originario di Chioggia, da qualche tempo si è trasferito a Quinto in provincia di Treviso. Ed è stato proprio lui a convincere il fratello a chiamare i medici. C’era stata infatti una prima telefonata. «Ma diceva cose confuse, che c’era stato un incidente con Maila», ha spiegato Claudio, «ma non mi era chiaro cosa fosse accaduto realmente». L’uomo però, sospettando che invece che fosse successo qualcosa di grave vista la concitazione di Natalino, decide di approfondire. «Gli mando un messaggio chiedendogli di spiegarmi meglio e soprattutto se c’è sangue in casa», ha aggiunto, «a quel punto mi arrivano due fotografie del lago di sangue e gli dico di chiamare immediatamente il Suem».
La situazione è sempre più confusa: Natalino continua ad affermare che si è trattato di un incidente durante una lite. «Sento arrivare le sirene dell’ambulanza quando sono ancora al telefono con lui», ha affermato Claudio Boscolo anche di fronte agli inquirenti che l’hanno interrogato poche ore dopo la morte di Maila Beccarello. È stato anche lui a procurare a fratello l’avvocato Andrea Zambon che in queste ore sta assistendo Natalino accusato di omicidio. «Non mi sarei mai aspettato che potesse accadere una cosa del genere», ha ripetuto ancora Claudio.
Dal profilo Facebook di Claudio Boscolo Zemello emerge anche che aveva un ottimo rapporto con la cognata Maila. Spesso si commentavano a vicenda le fotografie e usavano parole di grande amicizia. Ora per Claudio non resta che stare vicino al fratello. Intanto è stato decisivo il suo intervento quando hli ha suggerito al fratello di chiamare la centrale del Suem. E non è escluso che nelle prossime ore possa anche provare a parlare con il fratello attualemente recluso in carcere a Venezia.
Neanche lui però può confermare quanto affermato in queste ore da Natalino Boscolo che sostiene di aver alzato le mani contro Maila solamente una volta, nel 2016. Poi solo qualche litigio, niente di più. Poi all’alba di mercoledì c’è stata la tragedia. La donna è stata resa irriconoscibile dalle botte in volto. —
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