«Mestre, spettro della droga gialla. Domanda sempre in crescita»

Parla Giampietro Frison, responsabile del laboratorio tossicologico dell’Usl 3 

MESTRE. «Il boom di utilizzo di eroina, sia quella gialla che quella tradizionale, è diminuito anche grazie alle attività di polizia giudiziaria. Ma quella che non è calata è, in generale, la domanda di stupefacente». Giampietro Frison, responsabile del Laboratorio di igiene ambientale e tossicologia forense dell’Usl 3 Serenissima, è uno dei massimi esperti in materia e ieri sedeva tra il pubblico alla conferenza stampa in cui i carabinieri hanno presentato i risultati dell’operazione “Piave”. Un quadro, quello che traccia Frison, all’insegna della preoccupazione. Perché se è vero che le attività delle forze di polizia contribuiscono a stroncare la piaga della droga a Mestre, la richiesta è comunque ancora altissima.. «La domanda di sostanze stupefacenti non è calata, anzi. Registriamo l’aumento dell’uso di cocaina e di cannabis, anche quella in versione light a basso principio attivo di tetraidrocannabinolo», chiarisce il dirigente chimico dell’azienda sanitaria, «In generale il consumo c’è e si fa fatica a fronteggiarlo».

Quanto all’eroina, la droga che più ha reso “famosa” Mestre, Frison osserva come il boom sia stato registrato nel corso del 2017 e in parte del 2018. Le attività di contrasto allo spaccio da parte delle forze dell’ordine (la maxi operazione della polizia in via Monte San Michele è del 10 luglio dello scorso anno, a cui vanno sommati altri arresti nel corso dei mesi) sono state in grado di dare una mazzata al giro. «Adesso effettivamente c’è stata una riduzione dell’eroina gialla (quella spacciata in particolare dai nigeriani, ndr) che però continua ad essere in parte presente sul mercato assieme all’eroina tradizionale che è comunque pericolosa, anche se meno pura», aggiunge Frison, «Dal punto di vista sanitario c’è stata una elevata collaborazione tra le diverse strutture sanitarie. Mi riferisco al 118, ai servizi per le tossicodipendenze, al pronto soccorso, al nostro laboratorio che ha dato informazioni sia sul materiale sequestrato, sia ha proceduto con l’analisi di campioni biologici. Questo ha contribuito a fronteggiare il fenomeno dal punto di vista delle possibili overdose, letali o non letali».

I servizi per le dipendenze dell’azienda sanitaria hanno seguito nel corso del 2017 ben cinquemila persone. Duemilacinquecento di queste sono tossicodipendenti abituali. —

Ru.B.

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