Mestre, museo M9 chiuso fino a data da destinarsi

La Fondazione blocca la riapertura annunciata per domani. Bugliesi: «Ci prenderemo il tempo necessario per il rilancio»

MESTRE.

Il Museo del Novecento (M9) non riapre. Chiuso fino «a data da destinarsi». Potrebbe essere il prossimo autunno, o forse l’inizio del prossimo anno. E il Covid-19 c’entra davvero poco. La riapertura, dopo la chiusura di tutte le attività per il lockdown, era stata annunciata dalla Fondazione Venezia per domani, sabato 4 luglio. Ma, nel consiglio di amministrazione di ieri, presieduto per la prima volta da Michele Bugliesi che è succeduto a Giampietro Brunello, c’è stato l’imprevisto cambio di rotta. Se da un lato il Cda ha deciso di riaprire al pubblico, dall’11 luglio, la Casa dei Tre Oci alla Giudecca e gli spazi espositivi della Fondazione di Venezia, dall’altro ha stabilito il rinvio dell’apertura di M9. Nonostante alcune iniziative già programmate, laboratori pronti a partire. Una decisione che il Cda spiega di aver preso «dopo un’attenta analisi delle opportunità e degli elementi di criticità». Bugliesi, rettore di Ca’ Foscari ancora per pochi mesi e presidente della Fondazione, alla domanda su quale sia la possibile data di riapertura del museo, risponde così: «Ci prenderemo il tempo che serve, non c’è una data ancora stabilita».

In autunno?

«Potrebbe essere in autunno o forse più in là, di sicuro questi non erano i tempi giusti per poter riaprire il museo, e garantire nuovi percorsi di visita all’altezza delle aspettative suscitate dal museo». Una questione che ha a che fare solo in parte con le precauzioni dovute al coronavirus, in museo altamente touch, dove per godere della visita bisogna mettere le mani sugli schermi o indossare i visori, toccare qua e là.

La decisione presa ieri inverte quindi la rotta della scelta fatta dalla Fondazione appena due settimane fa di riaprire (con ingressi su prenotazione e per un numero contingentato di visitatori, sanificazione intensificata di locali e apparecchiature e kit di mascherine e guanti per i visitatori) e annunciata con la volontà di dare un segnale positivo alla città, con il coinvolgimento anche del nuovo negozio di dischi Spazio 432hz di via Verdi, che avrebbe dovuto realizzare un dj-set con una selezione di vinili nel corso del pomeriggio.

«Luglio e agosto non sono certo i mesi ideali per i musei. La Casa dei Tre Oci non ha bisogno di dimostrare nulla, ha un percorso espositivo anche più semplice, mentre l’apertura di M9 così com’è avrebbe significato trascinare la situazione». Il nocciolo della riflessione del Cda è: piuttosto che aprire come prima, meglio non aprire e pensare a un vero progetto di rilancio. Decisione coraggiosa, per alcuni. Rischiosa per altri. E che di sicuro farà discutere. «Questa scelta non deve essere interpretata come un segnale negativo», aggiunge Bugliesi, «io sono certo delle potenzialità di M9 e dell’area del chiostro. Per questo ci prenderemo alcuni mesi per organizzare al meglio un piano di rilancio che coinvolga sia il museo che l’area del chiostro, i due asset principali che dovranno saper dialogare tra loro, per trovare le giuste risposte alle aspettative della città. In questi mesi ci impegneremo su questo». Una decisione, aggiunge Bugliesi, presa in sintonia con il direttore del museo M9, Marco Biscione. Sullo sviluppo del chiostro, dice il presidente della Fondazione, ci si sta lavorando. «Sarà un centro vitale per la città». Quello che fino ad ora non è riuscito a diventare. —




 

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