L’addio a Sofia, morta a 22 anni. Lo strazio della mamma: «Sei un capolavoro»

Chiesa gremita a Carpenedo per il funerale di Sofia Greguoldo, che si è spenta per una improvvisa embolia polmonare. Il ricordo del fidanzato: «Mi chiedevi quando ci saremmo sposati. Oggi realizzo che tutto ciò non avverrà mai e mi si spezza il cuore»

Maria Ducoli
Il feretro di Sofia Greguoldo nella chiesa di Santa Maria Goretti a Carpenedo (foto Lorenzo Pòrcile)
Il feretro di Sofia Greguoldo nella chiesa di Santa Maria Goretti a Carpenedo (foto Lorenzo Pòrcile)

«Ciao, amore mio». Ha esordito così, mamma Pamela, in una chiesa gremita per dare l’ultimo abbraccio a Sofia Greguoldo, 22enne mestrina che lo scorso 21 novembre è stata colta da un malore fatale. All’ingresso della chiesa di Santa Maria Goretti, a Carpenedo, martedì 2 dicembre, c’è una grande corona di fiori rosa e bianchi della fondazione Its Academy di Padova, dove Sofia studiava interior design.

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«Non smetterò mai di dirlo al mondo: sei una grande artista», prosegue la mamma, con la voce rotta, «Sei uno dei due capolavori che ho creato. A volte litighiamo, non ci capiamo, ma saremo sempre legate da un amore immenso. Dovevamo creare molti ricordi in più, ma il destino è stato crudele. Mai avrei pensato che ti avrebbe strappato via da me così».

Pamela si rivolge a Sofia usando il presente. Racconta alle centinaia di persone che sua figlia non era un artista, ma è un’artista. Fa paura usare il passato per una ragazza che avrebbe dovuto avere un futuro tutto da colorare, insieme alle pagine dei blocchi da disegno da cui non si separava mai. Il dolore per la perdita passa anche dai tempi verbali.

Lo strappo, d’altronde, è stato improvviso, immotivato e per questo ancora più crudele. Era venerdì 21 novembre e Sofia si era alzata con nausea e mal di stomaco, tutto faceva pensare a un possibile malanno di stagione. Poi, però, la situazione è improvvisamente precipitata e la ragazza è andata in arresto cardiaco. Non è servito il massaggio cardiaco prolungato e nemmeno la corsa all’ospedale dell’Angelo a sirene spiegate: Sofia non c’era già più. Un’embolia polmonare ha messo fine ai suoi sogni di ventenne. Nei prossimi giorni, i risultati dell’autopsia saranno qualche risposta in più ai familiari.

«Mi manchi come non mi è mai mancato nessuno», aggiunge il fidanzato Sebastiano, con cui la giovane stava da 4 anni e 7 mesi, come ricorda dall’altare. Non può sbagliare il conteggio: quelli, dice, sono stati gli anni più belli della sua vita. E ora che Sofia non c’è più, in pancia sente solo un grande vuoto. «Per scherzo mi chiedevi quando ci saremmo sposati, quando avremmo avuto figli, e io ti rispondevo stando sul vago, perché avevo paura delle responsabilità che questo avrebbe comportato. Oggi realizzo che tutto ciò non avverrà mai e mi si spezza il cuore».

Dopo Sebastiano è una ex compagna di scuola del corso serale al liceo artistico Marco Polo a ricordare la ragazza: «Non dimenticheremo mai il tuo sorriso il giorno del diploma», dice tra le lacrime.

Dopo un passo del Vangelo di Marco, don Narciso Danieli prende la parola: «Ho ascoltato gli interventi chiedendomi cosa potessi dire io a questa famiglia... Ho solo una parola: Gesù». Poi si è rivolto a Sebastiano: «Non ti dimenticherai mai di Sofia. Resterà sempre con te». Infine ai genitori, Pamela e Fabio: «Vi è stata strappata dagli occhi e dalla vita, ma non dal cuore».

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