Fondazione di Venezia in pista per l’ex Tim a Mestre. Il Comune: «Dialoghiamo sul progetto»
L’assessore De Martin: «Investimenti seri dei privati». La consigliera Pea: «Il nostro appoggio c’è». Gribaudi: «Rete culturale oggi solida»

La Fondazione di Venezia, con il presidente Vincenzo Marinese, ambisce a catalizzare l’interesse di investitori privati per riqualificare il grande immobile dell’ex Telecom tra via Pascoli, via Carducci e via Meucci.
L’annuncio, dalle pagine del nostro giornale di lunedì, del presidente della Fondazione che ora sorride per aver ripianato il disavanzo nel bilancio consuntivo 2024 del distretto del museo M9, non passa ovviamente inosservato.
«Attendiamo di capire di più. Come amministrazione comunale, in primis con il sindaco Luigi Brugnaro, siamo sempre ad auspicare che arrivino investimenti seri sulla città da parte di operatori privati. Aspettiamo quindi di poterci confrontare sulle idee che possano essere messe in campo, a partire, lo ripeto, da investimenti seri», dice l’assessore all’Urbanistica, Massimiliano De Martin.
Si aggiunge la fucsia Giorgia Pea, presidente della commissione cultura del Comune, e consigliera delegata da Brugnaro sui temi culturali. «Bellezza, arte e cultura, lo sappiamo, possono essere un grande volano di rigenerazione. Bene che la Fondazione abbia messo a posto i propri conti e che ora il presidente punti ad un ruolo di richiamo per investimenti sulla parte di centro che vive situazioni di abbandono. Mi sento di dire che dal punto di vista della filosofia d’approccio è ovvio un appoggio del tutto favorevole, anche da parte dello stesso sindaco Brugnaro. Pubblico e privato devono collaborare per elevare la qualità della città».
Non arrivano commenti dal primo cittadino impegnato a Venezia con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per tutta la giornata di lunedì. Ma c’è attenzione sull’annuncio, ancora parziale, di Marinese.
Si sa che l’Università Ca’ Foscari ha svolto un sopralluogo assieme al primo cittadino nelle zone non degradate del grande complesso per valutare l’ipotesi di insediarvi una parte di aule studio oggi carenti nel Parco scientifico e tecnologico del Vega. La valutazione è in corso e proprio per questo, probabilmente, la rettrice Tiziana Lippiello non commenta l’impegno della Fondazione di Venezia.
E non lo fa neanche Mariacristina Gribaudi della Fondazione Musei civici che, dopo l’apertura dell’Emeroteca dell’Arte, ha avviato i cantieri al centro culturale Candiani per potenziare l’aspetto espositivo e museale dello spazio culturale di Mestre. Dopo la Biennale arrivata tra Forte Marghera e parco Albanese, anche il Muve è motore di investimenti.
La Gribaudi spiega il fermento in atto: «Il contributo di Muve nel centro di Mestre è partito ed è sempre più concreto e tangibile, ora che ha preso forma il cantiere del Centro Culturale Candiani per renderlo il prossimo museo a Mestre. L’Emeroteca dell’Arte, il caffè letterario e gli atelier per artisti sono sempre più vivaci e partecipati; con il futuro Palaplip, questo distretto si allarga a tutti i quartieri, creando una rete sempre più solida composta da soggetti pubblici e privati. È una rete che abbraccia tutte le attività culturali del Comune di Venezia, quali il Teatro Toniolo, la Biblioteca VEZ, il Teatro Momo, i diversi festival letterari e che comprende, ovviamente, anche il Museo M9 e le numerose gallerie d’arte presenti a Mestre».
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