Mestre, dal litigio per il cane agli insulti omofobi. Coppia gay nel mirino

Due cinquantenni hanno presentato denuncia ai carabinieri. Gli aggressori: «Noi vittime, spinti a terra»
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Mestre, via Circonvallazione/ Veduta del parco e della villa Querini
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Mestre, via Circonvallazione/ Veduta del parco e della villa Querini

MESTRE. Dalla lite per il cane all’aggressione omofoba. «Recioni, froci di m…a» e una cinghiata sul volto. È l’aggressione – fisica e verbale – di cui è stata vittima una coppia di omosessuali, al parco di Villa Querini, in via Circonvallazione. Un’aggressione, senza testimoni, sulla quale al momento ci sono due versioni distinte. Della ricostruzione della vicenda si stanno occupando i carabinieri, a cui la coppia ha sporto denuncia. In loro soccorso, per la ricomposizione del quadro, correranno le immagini registrate dalle telecamere della zona.

Finora, però, la vicenda ha una doppia lettura. Poiché ai carabinieri non si è rivolta la sola coppia omosessuale – sulla cinquantina, della zona – ma anche i loro presunti aggressori che, a loro volta, si definiscono vittime dei primi.

Era il primo pomeriggio di giovedì 28 novembre quando una donna si è avvicinata ai due 50enni, accusando il loro cane di aver morso il suo e dicendo loro di legarlo al guinzaglio. Un’accusa che i due hanno respinto in toto: sostenendo che il loro cane fosse sempre stato legato, contrariamente a quello della signora, accusando la donna di non essere mai stata morsa e appellandosi alla visione delle immagini registrate dalle telecamere. È a quel punto che interviene il marito della signora.

Stando alla denuncia della coppia, l’uomo avrebbe iniziato a urlare contro di loro una serie di offese a sfondo omofobo, colpendo violentemente uno dei due con il guinzaglio del cane. La coppia ha denunciato di essere stata vittima di una vera e propria aggressione motivata dalla sola omofobia, con la discussione sul cane eletta a pretesto dai coniugi, per sfogare la loro rabbia.

Ben diversa la versione di questi ultimi, messa a verbale dai carabinieri, e secondo i quali, nel corso della discussione, la donna sarebbe stata spinta per terra da uno dei due cinquantenni. Secondo quest’ultima querela, quindi - quella di moglie e marito - si tratterebbe di una normale lite iniziata ai giardinetti, poi degenerata nello scontro fisico. Al momento della discussione, nel parco non c’era nessun altro, tranne le due coppie.

Anche se le telecamere di sorveglianza potrebbero aver ripreso la scena, e permettere di capire che cosa sia davvero accaduto. Ammesso che le registrazioni siano ancora visibili. Nessun morso ma un’aggressione omofoba in piena regola, la tesi della coppia gay. Il prossimo passaggio sarà capire se sia trattato di una pur sempre deprecabile scena di violenza o se non sia stato proprio l’odio omofobo la vera causa scatenante. Una matassa che, con ogni probabilità, si potrà sbrogliare solo davanti a un giudice. —


 

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