Mercoledì i funerali dei due velisti
Appello del figlio di Francesco e Marinelda Salpietro: «Vigilare sul processo»
PADOVA.
Il grande abbraccio di Padova a Francesco Salpietro e alla moglie Marinelda Patella sarà con ogni probabilità mercoledì prossimo: il funerale è previsto nel cuore storico della loro amata città, il Duomo. «Abbiamo già il nullaosta, preferiamo aspettare che tutti tornino dalle vacanze affinché possano salutare i nostri genitori» spiega Federico Salpietro, il ventiseienne figlio della coppia, uno dei giovani manager alla Diesel.
IL FIGLIO.
Adesso è Federico il capofamiglia. E il punto di riferimento per Gaia, la sorella 22enne studentessa di Economia alla Bocconi. È lui che all'alba di oggi, con il penalista-amico della coppia Luigi Pasini, è partito in auto per Sebenico, in Dalmazia. Tanti gli appuntamenti in calendario nel pomeriggio: con un noto avvocato croato che affiancherà il collegio di legali padovani (oltre a Pasini, il collega Sebastiano Artale) insieme a un altro penalista croato indicato dalla Farnesina, con la polizia locale e con il console italiano a Spalato, Paola Cogliandro. «Voglio capire perché è successo questo scontro... E voglio vedere come è stata ridotta la barca di mamma e papà», spiega il ragazzo, le parole di tanto in tanto spezzate da un dolore da proteggere con pudore. Eppure Federico riesce a essere pacato e fermo nella volontà di andare fino in fondo «per avere giustizia... Dev'esserci giustizia per tutto il popolo del mare: quel che è accaduto ai nostri genitori non deve avvenire mai più. Ecco perché è importante che la stampa ne parli: qui è coinvolto un uomo importante». Un uomo - il costruttore croato 63enne Tomislav Horvatincic, con solidi legami nei palazzi del potere di Zagabria - che nel 1980 aveva investito e ucciso una donna di 75 anni, ferendone la figlia, salvo poi scappare. Una «disavventura» pagata con sei mesi d'arresto e il beneficio della condizionale. Nessuna conseguenza per quanto accaduto nel 2009 quando aveva urtato l'auto di una famiglia, ferendo una coppia con due figli piccoli. Nel 1989 avrebbe travolto e ucciso un'altra donna, ma la vicenda - ne dà conto la stampa croata - sarebbe stata insabbiata. Federico ha capito con chi ha a che fare. E non molla: «La sua responsabilità è palese. E anche se fosse stato in avaria il pilota automatico, come ha cercato di giustificarsi, ci si ferma riducendo la velocità. Probabilmente, al momento dello scontro, mio padre stava al timone. Me lo aveva insegnato lui: quando si va per mare, non si lascia mai la guida». Non a caso il motoscafo «Santa Marina» ha centrato la fiancata sinistra a poppa della barca a vela, uccidendo gli occupanti.
LE VITTIME.
In tanti conoscevano la coppia, l'ingegnere Francesco, direttore dell'azienda Wintech di Mellaredo di Pianiga, e la dottoressa-dietologa Marinelda che, venerdì scorso, aveva chiuso il suo ambulatorio di Scienza dell'Alimentazione in via Avanzo, dando appuntamento ai pazienti per settembre. «Sta chiamando il mondo - ammette Federico - Mamma e papà avevano tanti amici. E coltivavano la passione della vela da sempre. Per una decina di giorni a bordo della "Santa Pazienza" c'ero io con alcuni compagni. Sabato abbiamo attraccato nel porto dalmata di Vodice, consegnando la barca ai miei genitori, mentre noi ragazzi siamo tornati a Padova con la loro macchina. È stata l'ultima volta che li ho visti. Domenica sono partito per la Corsica con la mia fidanzata e quando siamo arrivati ad Ajaccio, alla sera, ho salutato mamma e papà con una telefonata. Non ci siamo più sentiti».
L'INCHIESTA.
Tomislav Horvatincic è in stato di fermo da martedì. Fermo convalidato dal giudice Ivo Vukelja che ha prolungato la detenzione di 48 ore di fronte alla necessità di ascoltare, oltre a un turista tedesco, un altro diportista: oggi scade il termine e il magistrato deciderà se scarcerare l'imprenditore o prolungare la detenzione preventiva per evitare il pericolo di inquinamento delle prove. La polizia prima ha rivelato che Horvatincic era ubriaco, poi ha sostenuto che il test alcolemico era negativo sottoponendo, però, l'uomo all'esame del sangue e delle urine per accertare la presenza di altre sostanze. Intanto la polizia ha denunciato l'imprenditore non più per omicidio colposo ma «per aver provocato un incidente in mare con conseguenze mortali», reato più grave punito con una pena fino a 10 anni di carcere. Sembra, infatti, che il motoscafo forse procedesse non alla velocità di 20 nodi (contro il limite di 5), ma di 26 nodi in un tratto di mare distante non 300, bensì 200 metri dalla costa.
IL RITORNO IN CITTÀ.
Il rientro delle salme, curato dalle onoranze funebri De Gaspari, è previsto per martedì. Ieri sera l'assessore Marco Carrai ha fatto visita a Federico e Gaia nella loro casa in via Ferrari: l'amministrazione si è messa a disposizione per risolvere i problemi di viabilità e parcheggi nel giorno delle esequie.
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