Mazzacurati: «Pilotai un appalto». La Finanza nella sede degli ex Ds

La Finanza indaga su 800 mila euro di "mazzette". L’ex presidente del Consorzio ammette di aver influito su una gara: «L’ho fatto per far lavorare anche le piccole imprese». Perquisita anche la fondazione che ha ereditato il patrimonio della Quercia veneziana
Sede del PD e della Fondazione Rinascita in via Cecchini 5 a Mestre
Sede del PD e della Fondazione Rinascita in via Cecchini 5 a Mestre

VENEZIA. Giovanni Mazzacurati, l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, ha parlato per quasi tre ore. Ammettendo, davanti al pm Paola Tonini, le proprie responsabilità relative alla turbativa d’asta nella gara d’appalto indetta dall’Autorità portuale di Venezia per la quale l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova è agli arresti domiciliari. I legali di Mazzacurati, Giovanni Battista Muscari Tomaioli e Alfredo Biagini, al termine dell’interrogatorio, hanno riferito che l’ingegnere al pm ha confermato quanto ascrittogli nell’ordinanza del gip Alberto Scaramuzza secondo la quale l’ex presidente del Consorzio si sarebbe attivato per far vincere una gara d’appalto esterna a delle imprese che si erano lamentate di lavorare troppo poco per il Consorzio e quindi di essere penalizzate in termini di ricavi. Mazzacurati ha spiegato di non essersi reso conto dell’eventualità di un illecito facendo partecipare delle imprese del Consorzio a una gara d’appalto dell’Autorità portuale di Venezia per delle opere a mare, in quanto preoccupato di far in modo che nell’ambito delle attività costruttive in laguna potessero essere soddisfatte tutte le imprese del settore. Mazzacurati ha anche assicurato che si è trattato dell’unica sua ingerenza in vicende del genere.

Perquisita la sede della Fondazione degli ex Ds. La Guardia di finanza è entrata anche nella sede del Partito Democratico, in via Cecchini 5 a Mestre: ha compiuto una perquisizione negli uffici della Fondazione «Rinascita 2007», la società che gestisce il patrimonio immobiliare dei Ds veneziani, il partito che si è sciolto nel Pd assieme alla Margherita. Presidente della Fondazione, che ha la sede allo stesso indirizzo del Pd, fino a tre mesi fa è stato il consigliere regionale Giampietro Marchese, l’esponente politico che, stando al rapporto delle «fiamme gialle», avrebbe incassato «finanziamenti illeciti» da parte del Consorzio Venezia Nuova o comunque di società che ne fanno parte

800 mila euro di mazzette. Ammonterebbe a quasi 800mila euro il conto delle "mazzette" pagate in tre anni - dal 2005 al 2006, e tra il 2010 e il 2011 - dalle imprese più piccole ai vertici delle aziende del pool del Consorzio Venezia Nuova per ottenere lavori nei cantieri collegati alla salvaguardia. È quanto emerge da una informativa di oltre 700 pagine (più di metà delle quali coperte da omissis) consegnata dalla Guardia di Finanza ai magistrati della Procura di Venezia che sta conducendo l'inchiesta sulla turbativa d'asta e sugli appalti "distortui"; inchiesta che ha portato ai domiciliari l'ex presidente del Consorzio, Giovanni Mazzacurati, ed altre 13 persone a provvedimenti restrittivi.

Gran parte delle dazioni in denaro, circa 600mila euro sarebbe stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Venezia nella contabilità in nero di una delle aziende al centro dell'indagine, la cooperativa "San Martino". Ma è soprattutto con le intercettazioni e i video girati nei confronti degli indagati che i finanzieri avrebbero documentato gli scambi di denaro, con incontri nelle aree di servizio delle autostrade, tra gli imprenditori più piccoli e i vertici delle aziende più grosse collegate al Consorzio. Tra questi, la relazione della Gdf assegna un ruolo di preminenza a Pio Savioli, referente del Coveco ed ex consigliere nel direttivo, ripreso dagli investigatori durante alcuni dei presunti passaggi di bustarelle.

Il Pd del Veneto: "Marchese chiarirà". "Il nostro rispetto nei confronti della magistratura è assoluto, ragion per cui attendiamo che le indagini facciano il loro corso in totale autonomia - è il commento della senatrice Rosanna Filippin, segretario regionale del Partito Democratico -  Mi auguro che si giunga presto all'accertamento dei fatti ma sono sicura che Piero Marchese potrà dimostrare la sua totale estraneità a quanto oggi riportato nella stampa. Ricordo infine che il bilancio del Pd, a livello nazionale ma anche regionale, è pubblico e certificato da una società di consulenza esterna, la Price Water House.  Chiunque voglia può liberamente visionarlo sul sito del Pd."

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