Maxi rissa: pugni, calci e un ferito

Nel piazzale della stazione si sono fronteggiati i militanti dei centri sociali e di Forza Nuova, supportati dai Forconi
Di Roberta De Rossi
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 08.03.2014.- Piazzale S.Lucia, momenti di tensione tra Centri Sociali e Forza Nuova.-
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 08.03.2014.- Piazzale S.Lucia, momenti di tensione tra Centri Sociali e Forza Nuova.-

Una scazzottata, durata quattro accesissimi minuti, ha infiammato ieri pomeriggio il piazzale della stazione, con i giovani dei centri sociali decisi ad impedire - al grido di «Fuori i fascisti da Venezia» - la manifestazione contro la multiculturalità organizzata dai “forconi” del Comitato 9 dicembre e dal gruppo di estrema destra Forza Nuova, che si erano dati appuntamenti a Venezia per un presidio - autorizzato dalla Questura - contro la distribuzione di libri di favole antidiscriminazione nelle scuole per l’infanzia, contro l’apertura di una moschea a Venezia (in realtà, è museo di arte islamica quello al quale sta lavorando l’amministrazione), in difesa della famiglia tradizionale. Quando alle 14.33 un centinaio di ragazzi dei centri sociali sono scesi dal treno in arrivo da Mestre hanno trovato il piazzale sgombero dalle forze dell’ordine, che stavano ancora prendendo posizione. È stato un attimo: si sono lanciati contro il presidio, strappando striscioni, sono volati pugni e calci, con gli agenti a cercare di dividere i gruppetti venuti alle mani. Alla fine, all’ospedale è finito Sebastiano Sartori - segretario di Forza Nuova - con una larga ferita alla testa e un altro militante di estrema destra, colpito ad una gamba. La Digos ha videoripreso il tutto e partiranno denunce per resistenza e lesioni. A dicembre, era stata vera e propria guerriglia in occasione di un’altra manifestazione di Forza Nuova.

Ieri, cinque minuti ad altissima tensione, tra il fuggi fuggi sconvolto di centinaia di passeggeri, poi tre ore di muro-contro-muro a distanza, con uncentinaio di manifestanti per parte - tra due cordoni di carabinieri e poliziotti - a insultarsi a distanza, con tratti anche surreali. Profluvio di reciproci insulti a parte - da destra i più gettonati erano «lesbica» e «recioni», da sinistra «mangia radicchio tornatevene a casa» - da sinistra s’intonava “O bella ciao” e da destra un improbabile “Io credo” preghiera in versione remix e “Inno d’Italia”. «Siamo stati aggrediti nel corso di una manifestazione autorizzata e ci è stato impedito di fare il nostro presidio», ha commentato Lucio Chiavegato, leader dei forconi veneti, «noi siamo qui per dire no ai fumetti gay ai bambini pagati con i nostr soldi, no alle moschee, perché vorremmo che i nostri soldi venissero spesi per gli anziani e i residenti e non finissero nel cesso». «Se vincono i musulmani non ci saranno più 8 Marzo o festa del papà», dice Giuseppe distribuendo mimose. Qualcuno cerca un punto d’incontro: «Abbiamo gli stessi problemi e gli stessi nemici, la politica , la disoccupazione, il fisco». Ma la manifestazione ha per obiettivo principale la politica della delegata ai Diritti civili Camilla Seibezzi. Tra i “forconi” spunta anche una bandiera russa al grido di “Viva Putin”, a favore della sua politica anti-gay, mentre le bandiere del C9D hanno un leone pronto alla guerra con il vangelo trafitto dalla spada. Forza Nuova fa gruppetto a parte.

«Venezia è una città antifascista da sempre, non è tollerabile che Forza Nuova venga a manifestare sempre più spesso con le sue idee razziste e naziste», spiega Tommaso Cacciari la contro mobilitazione dei centri sociali, «devono sapere che a Venezia non c’è nessuno spazio per loro».

Poco dopo le 17, il sciogliete le fila, con i “forconi” scortati ai loro treni per Padova, Treviso, Belluno, mantenendo lontani i ragazzi dei centri sociali.

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