Maxi evasione Pam, così è nata la “cartiera”

Primi interrogatori al processo: maresciallo dei carabinieri racconta la scoperta della società fasulla
SPINEA:..SUPERMERCATO PAM:..4/2/06 LIGHT IMAGE
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Primi testimoni nell’udienza di ieri per la maxi evasione fiscale contestata dal pubblico ministero di Venezia Roberto Terzo ai vertici di Pam spa, società che oltre a controllare gli omonimi supermercati ha in portafoglio anche gli ipermercati Panorama e la catena di ristoranti Brek.

È stato interrogato il primo testimone chiamato dall’accusa, il maresciallo della Guardia di finanza di Pordenone Gianpietro Buttiglione, il quale ha portato avanti nel 2006 i primi accertamenti che poi hanno permesso di scoprire la presunta ed enorme evasione. Incalzato dalle domande del rappresentante della Procura, il sottufficiale ha raccontato di aver compiuto la prima scoperta, svelando che la società di Sacile «Star One», che faceva riferimento a Roberto Maccatrozzo, pur avendo formalmente varie sedi, in realtà non aveva alcun dipendente ed era di fatto una cartiera, cioè una società utilizzata per fornire fatture fasulle. Nel giro di sei mesi avrebbe acquisito cellulari per 57 milioni di euro (complessivamente - stando alle accuse - alla fine i milioni sarebbero complessivamente 250), per poi passarli ad una seconda società, la Sky Eletronic, che a sua volta li scaricava alla China Italy, quindi alla Erre T, infine arrivavano a Pam attraverso la società I Dogi. Scoperta la cartiera sono state le intercettazioni telefoniche a far progredire poi le indagini.

Gli imputati sono processati per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale. Quersti gli imputati: l'amministratore delegato di Pam Arturo Bastianello, 49 anni, padovano ma residente a Venezia; il direttore commerciale Salvatore Dina, 53 anni, veneziano; la responsabile amministrativa Maria Trevisanato, 58 anni, di Marghera; il direttore acquisti Fabio Godano, 42 anni, residente a Mirano; Maurizio Guarini, 43 anni, di Cittadella, titolare della I Dogi Spa; Stefano Negri, 42 anni, di Pisa, titolare della Alinghi Trade Spa; Robert Rylance, 63 anni, residente a Brescia, titolare della Erre Trading di Lipsia (inizialmente c'era un ottavo imputato, il presidente del consiglio d'amministrazione Pam Giovanni Paolo Giol, che però nel frattempo è deceduto).

Stando alle accuse della Guardia di finanza, gli imputati avrebbero costituito e organizzato un'associazione finalizzata a commettere numerose frodi fiscali tra il 2003 e il 2006 (emissione e utilizzo di fatture e documenti per operazioni commerciali in realtà inesistenti; omessa dichiarazione dei redditi e dell'Iva) impiegando le società del Gruppo Pam e utilizzando quelle di Guarini, Negri e Rylance. Secondo il capo d'imputazione la "I Dogi" di Guarini avrebbe emesso fatture fasulle a favore di Pam per 57 milioni nel 2003, per 76 nell'anno seguente, per 141 nel 2005 e per 67 milioni nel 2006, mentre Alinghi di Negri fatture per operazioni inesistenti per 285 mila euro.

Giorgio Cecchetti

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