Max Calderan e la sua traversata 1.200 km nel deserto a piedi

l’impresa
L’impresa era già avviata quando la scorsa estate fu travolto da un’auto. Un incidente che ha rischiato seriamente di mandare tutto all’aria.
Ma Max Calderan (atleta ed esploratore 52 enne, portogruarese trapiantato a Udine) è riuscito a riprendere la preparazione e a partire con la sua equipe per la penisola arabica. Inseguendo un sogno: essere il primo esploratore a percorrere a piedi il deserto del Quarto Vuoto (nome originale Rub Al Khali) muovendosi da Est verso Ovest, cioè partendo dal sultanato dell’Oman per raggiungere la zona urbanizzata a Sud – Ovest dell’Arabia Saudita.
Solo tre persone sono riuscite a compiere la traversata di questo polmone di sabbia, ma solo da nord verso sud seguendo il percorso più “facile”, partendo dal confine degli Emirati Arabi Uniti e raggiungendo l’Oman. Dal proprio profilo social Max Calderan ha dato un primo aggiornamento venerdì, dopo aver percorso nel deserto i primi 170 chilometri. Ne deve percorrere alla fine, a piedi, 1200 circa in totale. Nella sua prima tappa, Calderan si è alzato all’alba e si è mosso a una temperatura quasi ideale di 2 gradi. I giorni precedenti sono stati dedicati ai test dei materiali, della filiera di comunicazione, dell’acqua e del cibo e alla verifica del morale del team che lo accompagna. Dal momento della partenza tutto il team è stato tracciato attraverso i Gps e seguito in contemporanea da tre centrali operative di controllo. Una si trova a Londra, l’altra si trova a Dubai e una si trova in Arabia Saudita (per ragioni di sicurezza). L’atleta ha salutato i suoi follower con un video. Max sarà da solo nel deserto e incontrerà il suo team soltanto nei punti di contatto.
Calderan per ben 13 volte è stato il primo uomo a intraprendere percorsi inesplorati e ha testato la sua capacità di percorrere a piedi 100 chilometri in 24 ore senza bere. È allenatissimo, anche se quell’incidente in estate ha rischiato di mandare a monte un’impresa a cui credono diversi sponsor. Portogruaro, la sua città, segue con trepidazione ogni sua tappa nel deserto d’Arabia, immaginando atmosfere sospese tra Omar Sharif e Franco Battiato. —
Rosario Padovano
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