«Mattia è volato in cielo come un angelo»

Così papà Luciano ha raccontato alla figlia di due anni la morte del fratellino di tre, fulminato in pochi giorni dalla malattia
Di Rosario Padovano
FGAVAGNIN DEPOLO LA SALUTE MARANGO MATTIA PIRANEL DECEDUTO A TRE ANNI
FGAVAGNIN DEPOLO LA SALUTE MARANGO MATTIA PIRANEL DECEDUTO A TRE ANNI

SAN STINO. «Giulia chiede del suo fratellino. Vuole giocare con lui. Non dobbiamo piangere. Dobbiamo spiegarle che Mattia, così come è stato nell'attesa di venire al mondo, è tornato a essere un angelo». È sconvolgente quanto stanno provando in queste ore le famiglie Perinel e Saltarel, distrutte per la morte prematura di Mattia Perinel, il bambino di 3 anni e 8 mesi ucciso venerdì pomeriggio da una meningite fulminante da pneumococco.

È già stato concesso il nulla osta per i funerali che verranno celebrati martedì alle 15 nella chiesa di san Giorgio di Livenza. Distrutti dal dolore genitori: Luciano Perinel, di professione idraulico, e la madre, Manuela Saltarel, che fa la casalinga nell'abitazione di via Salvador Allende 51, a La Salute di Livenza, dove abitano assieme ad altri componenti della numerosa famiglia Saltarel, una delle più numerose tra San Giorgio di Livenza e la località che ricade nel territorio di San Stino.

Ieri mattina mentre veniva eseguito l'esame esterno sul corpicino del piccolo, che frequentava l'asilo di San Giorgio di Livenza, più vicino a casa, tutti i familiari più vicini hanno accompagnato Luciano e Manuela nell'ennesimo viaggio della disperazione, all'ospedale di Padova, dove il piccolo, grande cuore di Mattia ha cessato di battere. Pur nel dolore Luciano e Manuela stanno affrontando questa prova durissima con una dignità ammirevole. Al loro posto chissà quanti riuscirebbero ad affrontare il momento a testa alta, così come loro stanno facendo. «Io e mia moglie siamo tornati a Padova», ha detto con un filo di voce il papà di Mattia, »siamo sconvolti, è accaduto tutto così in fretta. Mattia martedì scorso si era svegliato e aveva il collo irrigidito. Siamo andati subito a San Donà e lo abbiamo seguito nel successivo ricovero a Padova. Dove abbia contratto nostro figlio la malattia? Non lo sappiamo e non ci poniamo questa domanda». Luciano non lascia un attimo da sola la moglie Manuela, che tuttavia rimane in silenzio accanto a lui, in quella fredda stanza d'ospedale dove i parenti le si sono stretti attorno. Le preoccupazioni adesso sono per la piccola Giulia. «Sta realizzando a poco a poco che suo fratello è morto. È vivace, ha due anni e Mattia era il suo compagno di giochi. La mattina quando si svegliava lo voleva subito al suo fianco. Giocavano assieme, facevano colazione assieme», racconta Luciano, con lucidità, – «Io e moglie le diciamo che Mattia è diventato un angelo e che è volato in cielo. Nei giorni del ricovero lei non lo vedeva e aveva capito che c'era qualcosa di grave. Mattia? Non si poteva salvare. La meningite gli aveva intaccato il cervello. E' una malattia subdola, con un decorso rapidissimo. Non c'è stato nula da fare».

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