Marghera, sì al Piano casa Vincoli per Città giardino

di Massimo Tonizzo
MARGHERA
Il Piano casa deciso dalla Regione a luglio fa discutere Marghera. Le peculiarità dell’area della “Città giardino”, soggetta a vincoli ambientali e non storici, scatenano un forte dibattito, che si è sostanziata in una delibera di parere favorevole (non all’unanimità) e in una osservazione da indirizzare al Consiglio comunale.
Il Consiglio di Municipalità di Marghera si è riunito martedì sera per discutere il cosiddetto “Piano casa” (Legge regionale 8 luglio 2011) che permetterebbe, fatti salvi gli impedimenti previsti dalla legislazione, un aumento della volumetria degli edifici compresi negli elenchi comunali di determinate aree della città fino al 20% dell’esistente. Proprio su questo particolare il Consiglio di Municipalità di Marghera si è spaccato a metà. La maggioranza ha presentato un’osservazione sul fatto che “eventuali interventi che abbiano già usufruito del piano casa 2009 non possano ulteriormente usufruire del beneficio del 2011” e i sette membri dell’opposizione hanno votato contro, ritenendo l’osservazione una limitazione a una legge che, al contrario, dovrebbe favorire anche a Marghera il settore edilizio in un momento di forte crisi. In conclusione, con l’astensione dell’opposizione, il Consiglio di Municipalità ha dato parere favorevole alla deliberazione di competenza del Consiglio comunale, con l’aggiunta ulteriore che sia prestata particolare attenzione, per quanto riguarda l’area di Marghera e della “Città Giardino” ai vincoli di restauro conservativo e di abbattimento degli edifici.
«In passato – hanno spiegato i consiglieri – è capitato che fossero totalmente abbattuti a Marghera edifici anche di pregio per costruirne di nuovi. Questo era dovuto al fatto che Marghera, contrariamente ad altre aree, come Favaro, non è sottoposta a vincoli storici ma solo ambientali quale “Città Giardino”. Vorremmo che questo punto fosse messo ora in discussione». «Come amministrazione – aggiunge il consigliere Giorgio Minto – il nostro compito è quello di sapere per primi come regolarsi con questo piano casa regionale per dare alla popolazione le giuste informazioni. Se qualcuno viene a chiederci perché lui non può ampliare la sua abitazione e il vicino invece ha potuto, dobbiamo essere in grado di dare una chiara risposta».
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