Mara, la parrucchiera cuoca “sforna” le ricette delle clienti

Favaro: le hanno scritte, sotto il casco, nei 45 anni di attività del salone della signora Bernardi Lei a fine anno va in pensione e ha pensato di raccoglierle: 216 piatti e 280 copie distribuite
Di Marta Artico

FAVARO. Ossobuco alla Clara, la faraona con salsetta di Rita, il coniglio con peverada di Graziella. Ma anche la caponata di Fabrizia, gli involtini di melanzane di Renata, le patate veneziane di Giulia, il fagiano Elsa Henberger di Ivana, gli straccetti di pollo di Daniela, la bavarese alla frutta di Nelli. Il volume che raccoglie 216 pagine di proposte di pietanze e varia umanità si chiama “Ricette sotto il casco” (edizioni Il Piatto Neto) e raccoglie menù e ingredienti tramandati di famiglia in famiglia, ma soprattutto di cliente in cliente: ecco svelato il segreto che rende il ricettario tanto prezioso.

Le clienti sono quelle di Mara Bernardi, parrucchiera di Favaro, titolare del salone di via Triestina 39. In 45 anni di attività ha raccolto le specialità delle sue amiche e clienti, che ogni settimana andavano per un piega o il colore a farsi belle. Ciascuna le ha scritte come poteva e sapeva, pensando al contenuto più che alla forma, vergate di getto. Adesso che Mara lascia (il 31 sarà il suo ultimo giorno) per dedicarsi a tempo pieno al marito Antonio, alla figlia Federica e alla sua anziana bastardina, Lilly, ha pensato di fare un regalo alle persone con le quali ha condiviso pomeriggi e chiacchiere. Ha raccolto in un libro tutte le ricette, pubblicate così come sono: persino i fogli sono stati riprodotti in originale (a righe, quadretti, bigliettini) con tanto di sviste e parole dialettali che prima o poi scompariranno, fagocitate dai neologismi. 280 copie, un dono gradito.

«Volevo che fosse una cosa nostra» racconta la titolare. Abbiamo scelto di chiamare la casa editrice “Piato Neto” perché, con mio marito e una compagnia di amici, andavamo a provare i ristoranti e immancabilmente pulivamo per bene i piatti».

«Ringrazio tutte voi che avete condiviso con me molte ore della mia vita», si legge nel retro della copertina. «Ci siamo ascoltate scambiandoci consigli ed opinioni. Continueremo a rimanere in contatto, leggendo le nostre ricette».

Mara Bernardi, 60 anni il 5 gennaio, ha iniziato a lavare teste quando ne aveva 15. «Il negozio prima era di mia cugina, adesso rimarranno le ragazze, mentre subentrerà Antonella che subentrerà. Qui dentro c'è una vita, per tutti questi anni ho passato cinque giorni la settimana dentro la bottega e due fuori, tranne quei 16 giorni di vacanza in estate per non lasciare in disordine le clienti. Quando ho iniziato a lavorare, passata la strada c’era solo un campo e niente altro. Ho avuto la fortuna di fare il lavoro che mi piace».

E adesso? «Dopo tanto lavoro inizierò finalmente ad annoiarmi, passeggerò, uscirò con le amiche, cosa che non ho mai fatto». Niente parrucchieri cinesi low-cost, la tradizione continuerà: «Fa tristezza tutta questa storia di bar e negozi cinesi. Sanno anche tagliare, alcuni sono bravissimi, il problema sono i prodotti. Il lavoro? È calato per tutti, anche per noi parrucchieri: una volta i clienti venivano tutte le settimane, adesso meno, sono più le persone di una certa età gli habitué».

E c’è anche chi combina qualche guaio e poi vuole che si rimedi: «Se non so fare non mi metto neanche, convinco la cliente che non è il caso, chi sa lavorare non rovina capelli». Adesso che lascia, continuerà comunque a seguire la bottega? «Verrò a salutare clienti e parrucchiere».

Nel frattempo sarà sempre presente con la sua ricetta, immortalata a pagina 35, il “pasticcio di zucca, zucchine e porcini” di Mara.

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