«Mancanza di dolo» Il notaio Rubino assolto dal Tribunale

Il professionista era accusato di peculato  per alcuni errori nelle imposte per la casa 

Il caso

Il giudice per le udienze preliminari (Gup), Andrea Battistuzzi, ha assolto dall’accusa di peculato il noto notaio mestrino Vincenzo Rubino, da circa un anno in pensione. L’udienza ieri mattina in tribunale a Venezia. L’accusa di peculato era stata mossa dal pubblico ministero Laura Cameli si tratta di peculato che aveva chiesto per il professionista con studio a Mestre la condanna a un anno e 6 mesi di reclusione, pena sospesa. L’avvocato difensore invece Alessandro Rampinelli, che si è battuto per l’assoluzione, aveva sostenuto l’errore di una segretaria, errore che era stato subito corretto. Al centro del procedimento c’erano alcuni pagamenti ridotti all’Ufficio del registro: all’atto della notifica dell’avvenuto rogito, erano state pagate imposte agevolate come “prima casa”, per compravendite che invece non avrebbero avuto diritto allo sgravio. Secondo la Procura, il notaio avrebbe incassato la differenza, tra l’imposta piena (pagata dai clienti) e quella agevolata (versata invece all’Erario). Si è trattato però di appena cinque pratiche sulle 700 che lo studio evade ogni anno.

Cinque pratiche risalenti al 2015. Un evidente errore subito saldato - secondo l’impostazione della difesa - non appena l’Ufficio del registro aveva segnalato l’anomalia. In corso di processo, la segretaria dello studio aveva spiegato di aver sbagliato la compilazione della pratiche. Una versione ritenuta credibile dal giudice che quindi ha assolto il notaio per l’assenza di dolo. Il mancato pagamento e l’errore quindi ci sono stati, ma senza la volontà di commettere un illecito.

La segnalazione in procura a Venezia era arrivata direttamente dall’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate, la cui direzione aveva rilevato come sospette quelle discrepanze nei pagamenti. —



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