Maledetta primavera di pioggia Venditori ambulanti in ginocchio

Il maltempo mette in ginocchio i venditori ambulanti. Chi lavora all’aperto, nei mercati della città piuttosto che rionali, nelle Municipalità o in provincia, mette sempre in conto la variabile delle condizioni meteorologiche. Ma l’ultimo inverno e la primavera in corso sono a dir poco imprevedibili per non dire funesti e nessuno si sarebbe mai aspettato qualche cosa di simile. Un giorno di pioggia, il successivo anche, il terzo di freddo con la temperatura che scende a dieci gradi e poi ancora grandine, trombe d’aria, temporali, vento. Giorni in molti casi persi sotto il profilo lavorativo perché alla fine i banchi del mercato si mettono sempre fuori, a meno che proprio non ci sia una pioggia torrenziale, ma poi si tolgono, si smontano, si fanno i bagagli prima. E durante l’apertura niente affari perché la gente va al coperto e rinuncia all’acquisto.
«Il meccanismo del commercio su area pubblica», spiega Dario Corradi della Confcommercio, «dipende ovviamente dal fattore tempo e in un certo qual senso il fattore viene messo in conto, perché la vendita stagionale è sempre condizionata dal clima, ma c’è anche da dire che con il brutto tempo non solo si lavora meno, ma la gente se ne sta a casa o va al coperto. A Mestre purtroppo i mercati, da piazzetta San Francesco, a via Pio X, alla Pescheria, sono tutti all’aperto, fissi e settimanali. Tra l’altro, c’è da ricordare un particolare non trascurabile: gli studi di settore non tengono certo conto del fatto che un ambulante non ha potuto lavorare tre mesi perché ha sempre piovuto e non è stato aiutato dal tempo. Vaglielo a spiegare al legislatore poi che non hai guadagnato... Senza contare che con questo clima tutti hanno venduto pochissimo: visto che la gente gira con i cappotti, i capi di abbigliamento leggeri chi li compera?».
Insomma, gli ambulanti non si trovano in una condizione favorevole per colpa sia della crisi generale che del brutto tempo persistente. «Le cose vanno male», conferma Tiziano Scandagliato, coordinatore Anva provinciale (Confesercenti), «intanto perché si vende poco o niente viste le difficoltà logistiche dovute alla pioggia. In secondo luogo c’è da dire che alcuni banchi aprono comunque, perché sono attrezzati, ma quelli che hanno spazi esigui e ombrelloni, oppure strutture meno sicure, non aprono nemmeno con certe condizioni meteorologiche. Per carità, un giorno di brutto tempo ci può stare, ma mesi no. “Ci sono poi i banchi legati alla stagionalità, quelli cioè che vendono magliette e capi leggeri, che non hanno neanche cominciato. È il caso dei mercati balneari, quelli prettamente estivi, senza contare i chioschi, che hanno fatto di tutto per aprire il primo maggio. Insomma, una debacle. Un mercato come quello di Chioggia, due giorni fa, ha dovuto sbaraccare tutto per il pericolo tromba d’aria. Stiamo parlando di venditori che danno da mangiare a intere famiglie».
La speranza è che la situazione migliori, finiscano una volta per tutte il freddo e la pioggia, la gente inizi a comperare vestiti estivi.
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