«Ma quale voto di scambio era solo campagna elettorale»

Per la legale Federica Bassetto la decisione del Ministero avrà anche ripercussioni giudiziarie per il suo cliente, ai domiciliari dopo tre mesi passati in carcere
DE POLO - TOMMASELLA - ERACLEA - ZAMUNER EMANUELE
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ERACLEA

«La decisione del ministro dell’Interno non ci sorprende affatto, nel Comune di Eraclea non c’erano elementi per dimostrare delle infiltrazioni mafiose e noi lo abbiamo sempre sostenuto». Federica Bassetto è l’avvocato che ha difeso uno degli imputati, Emanuele Zamuner della nota carrozzeria e concessionaria Tre Stelle di Eraclea. Accusato di voto di scambio ha sempre protestato la sua innocenza davanti ai giudici. L’accusa è molto pesante.

Zamuner era secondo gli inquirenti il vero intermediario tra il boss dei casalesi Luciano Donadio e l’allora candidato, poi eletto, sindaco Mirco Mestre. Scambio elettorale politico-mafioso del quale Emanuele Zamuner si è detto sempre totalmente estraneo. Gli inquirenti lo ritenevano invece una figura strategica per l’ottenimento di quei voti che avrebbero fatto primeggiare Mestre sull’altro candidato, il sindaco uscente Giorgio Talon. Ora Zamuner, dopo 3 mesi di carcere non solo è ai domiciliari ma ha anche ottenuto un permesso speciale per recarsi al lavoro assieme ai fratelli e il papà che è un imprenditore storico di Eraclea, conosciuto da tutti così come la famiglia con la sua attività trentennale. «Il mio assistito», spiega l’avvocato Bassetto, «ha sempre sostenuto di non aver mai avuto alcun accordo con l’allora candidato sindaco, Mirko Mestre, e di aver fatto pura e semplice campagna elettorale, parlando con numerosi cittadini e conoscenti e discutendo su chi votare. Tra i quali poteva esserci anche Luciano Donadio, così come molti altri. Da qui a scambio elettorale politico mafioso ci passa molto». Ora, il mancato scioglimento del Comune di Eraclea potrebbe mutare gli equilibri anche a livello giudiziario. Sicuramente lo ha fatto a livello psicologico ed emozionale. «Guardiamo avanti con un altro spirito», conclude Bassetto, «e affronteremo serenamente i processi per dimostrare l’innocenza del mio assistito». —

G.ca.

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