«L’Uomo Vitruviano non si muove» Il Tar blocca il prestito al Louvre

Il 16 ottobre la pronuncia della Camera di consiglio. Esulta Italia Nostra: «Evitati danni all’opera, ora siamo fiduciosi»
L'uomo vitruviano di Leonardo da Vinci in un'immagine tratta dal sito del Polo museale veneziano, 18 novembre 2014. ANSA/ INTERNET +++ NO SALES - EDITORIAL USE ONLY +++
L'uomo vitruviano di Leonardo da Vinci in un'immagine tratta dal sito del Polo museale veneziano, 18 novembre 2014. ANSA/ INTERNET +++ NO SALES - EDITORIAL USE ONLY +++

Erano già arrivati alle Gallerie dell'Accademia gli ispezionieri per organizzare il viaggio dell’opera in Francia, quando è giunta la notizia della sospensione del prestito dell’Uomo Vitruviano. È questa infatti la decisione presa ieri dal Tar sul disegno di Leonardo che non uscirà dal caveau almeno fino alla sentenza definitiva della Camera di consiglio, fissata il 16 ottobre. Stando alla nota di lunedì del Tar, uscita dopo che Italia Nostra aveva depositato il ricorso, la Camera di Consiglio avrebbe dovuto riunirsi nella seconda sezione (quella specifica sull’arte) il 24 ottobre. Essendo però quello il giorno dell’inaugurazione della mostra al Louvre la data è stata anticipata, cambiando anche la sezione. Il ricorso verrà discusso nella prima sezione che si occupa di materie come appalti, sicurezza pubblica ed elezioni dove è prevista la presenza della presidente del Tar Maddalena Filippi.

Ieri il Tar del Veneto si è pronunciato sospendendo sia l’autorizzazione al prestito che il Memorandum d’intesa, siglato lo scorso 24 settembre dal ministro del Mibac Dario Franceschini e dal corrispettivo francese Frank Riester, che prevede che la Francia presti all’Italia alcuni dipinti di Raffaello e l’Italia l’Uomo Vitruviano alla Francia. La sospensione del Memorandum è «per la parte in cui viola il principio dell’ordinamento giuridico per cui gli uffici pubblici si distinguono in organi di indirizzo e controllo da un lato e di attuazione e gestione dall’altro». Tradotto: «Le leggi Bassanini di riordino della pubblica amministrazione hanno stabilito il principio per cui gli organi politici danno indirizzi dell’azione amministrativa e ne controllano l’operato, mentre i dirigenti hanno il compito operativo e la responsabilità degli atti» spiega Andrea Grigoletto, consulente legale di Italia Nostra, che ha collaborato alla stesura del ricorso fatto dallo Studio Legale dell’avvocato Alessandro Sartore Caleca «In questo caso, dato che le opere nel Memorandum erano specificate, il ministro Franceschini ha fato sia il politico che il dirigente». Nel frattempo però emergono anche dei particolari sulle perizie che dimostrano che l’unica analisi fatta in laboratorio sarebbe quella del Gabinetto delle Gallerie dell’Accademia che ha più volte sottolineato la delicatezza dell’opera, escludendo ogni minimo spostamento. Da quanto risulta dall’accesso agli atti fatto da Italia Nostra, l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze avrebbe analizzato l’opera a distanza, basandosi sulla bibliografia esistente e mai in loco, dato che era nel caveau.

L’Istituto del Restauro, come dimostrano anche le fotografie, avrebbe fatto invece delle misurazioni mentre il disegno di Leonardo era esposto alle Gallerie dell’Accademia, quindi non in laboratorio. Tutto questo sarà discusso il 16. Italia Nostra intanto ha comunicato soddisfazione nella misura cautelare presa «poiché per il momento si sono evitati danni all'opera, in un'ottica conservativa del patrimonio culturale nazionale, e attendiamo fiduciosi il corso della giustizia». —

Vera Mantengoli

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