L'ultima cena dei condannati: la mostra sul cibo a Venezia

Arriva a San Servolo il progetto di Henry Hargreaves sul cibo: prima del patibolo, per le star, per l’anima

VENEZIA. Anche il cibo è lo specchio dell’anima. A seconda dei momenti lo puoi divorare senza guardarlo, puoi contemplarlo come un’opera d’arte o modellarlo per farne una scultura, sudartelo dalla mattina alla sera, chiederlo con uno schiocco di dita. Lo puoi desiderare come ricordo della tua vita terrena o punirti privandoti di questa materna consolazione prima di andare all’altro mondo.

«Cosa vuoi mangiare prima di morire?». Victor Feguer, 28 anni, si è fatto servire una sola oliva e l’ha mangiata con forchetta e coltello prima di consegnarsi all’iniezione letale. Angel Nieves Diaz, 55 anni, ha chiesto un piatto vuoto, anzi: pieno d’aria. John Wayne Gacy, 52 anni, si è concesso un “viaggio” a stomaco pieno: pollo, patitine, gamberi fritti e fragole. Il fotografo neozelandese Henry Hargreaves, americano di adozione, è andato nelle carceri statunitensi per sapere cosa mangiano i condannati a morte durante la loro ultima cena, e ha scattato una lunga serie di immagini che, raccolte nell’esposizione intitolata “No Seconds”, ricostruiscono fedelmente quei piatti. Accanto a ogni pietanza compare una scheda che riporta il nome e il cognome del condannato, l’età e il motivo della condanna.

Finalmente, dopo aver incassato successi nelle principali città del mondo, Hargreaves porta i suoi lavori a Venezia: saranno in mostra al Museo della Follia di San Servolo, dal 7 settembre al 24 novembre. Per la prima volta il pubblico potrà conoscere a fondo la sua consistente opera sul cibo, nota a livello internazionale anche per altre due serie: “Deep Fried Gadgets”, ritratti di pc, ipod e cellulari fritti in padella, e “Band Riders” (, realizzato con Caitlin Levin). scatti dei peccati di gola in arrivo dal camerino di celebri popstar come Beyoncé, che sembra avere un debole per l’aglio, o Marilyn Manson, che rischia un’indigestione di orsetti gommosi. Anche questi, tutti rigorosamente documentati e fedelmente ricostruiti.

Il filo rosso che unisce i tre progetti è il concetto di “comfort food”, cibo dell’anima inteso come alimento o piatto scelto per ricevere conforto, forza, consolazione, soddisfacendo i bisogni ancestrali di ognuno: quelli delle popstar, che ordinano i loro piatti preferiti prima di affrontare le folle oceaniche dei concerti; quelli dei malati di mente che proprio nell’ex manicomio di San Servolo lo subivano come parte della cura; quelli dei condannati reclusi nel braccio della morte.

A San Servolo, la fotografia di Henry Hargreaves racconterà cibo e cucina in un percorso espositivo inedito e di grande effetto. Basta guardare le immagini per capire: colpiscono al cuore, possono essere carezze o pugnalate. Dentro c’è la materia che ci permette di vivere in tanti modi diversi, e fino all’ultimo respiro.

La mostra - promossa da ArtMovie e ItalianaComunicazione, e curata da Chiara Casarin - si intitola “Henry Hargreaves, No Seconds – Comfort Food e Fotografia”, ed è la prima personale in Europa di Hargreaves con tutti i suoi progetti esclusivi, compreso “Burning Calories”.Per dare continuità alla mostra “L’Ultima Cena - No Seconds”, organizzata per “Treviso: Dripping Taste” nell’ottobre 2012, ArtMovie e ItalianaComunicazione, aziende venete specializzate nella promozione di eventi culturali che abbinano l’arte alla cucina di eccellenza - approfondiscono il valore del progetto di Hargreaves anche in una serie di appuntamenti che uniranno esperienze culinarie a dibattiti su arte, cibo e spiritualità in dibattiti con ospiti del settore.

Con la supervisione della food designer Rosita Dorigo, alcuni chef italiani saranno invitati a riflettere sul tema proponendo degustazioni per il pubblico. Fra i testimonial del progetto, ci saranno gli chef Andy Luotto e Pietro Leemann, scelti per la loro adesione antropologica e spirituale al tema dell’alimentazione.

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