Lo scontro, poi la pace davanti a un caffé: a Venezia tra questore e prefetto è solo una tregua

VENEZIA. Dopo la buriana arriva la calma in laguna. Prima una lettera del questore Maurizio Masciopinto, poi un caffè e alla fine un comunicato congiunto sul chiarimento avvenuto. Tregua o pace che sia, è tornato il sereno tra il prefetto Vittorio Zappalorto e Masciopinto, dopo le “incomprensioni” dei giorni scorni scorsi seguite all’audizione del questore in commissione Sicurezza del Comune.
LE CONTESTAZIONI
Il prefetto aveva contestato a Masciopinto il fatto di essere andato davanti a un organo politico a parlare di sicurezza, quando l’unico preposto a questo è il Comitato provinciale dell’ordine e la sicurezza pubblica. Zappalorto aveva usato toni forti e, soprattutto, pubblicamente. Come era avvenuto, anche se in forma minore, a settembre, dopo che oltre 200 ambientalisti erano riusciti a entrare, senza colpo ferire, nella raffineria dell’Eni a Marghera.
Non è la prima volta che scoppiano conflitti fra prefetto e questore. Per la prima volta però è finito sulla stampa. In passato il duello c’era stato tra il prefetto Carlo Boffi e il questore Angelo Sanna. In quell’occasione Boffi scrisse al questore una lettera non certo “leggera”.
la lettera
Alla fine Sanna andò in prefettura e ammise le sue responsabilità. Del resto, è risaputo che tra “prefettizi” e poliziotti al ministero dell’Interno non corra buon sangue. Dopo la sfuriata di Zappalorto, allo stesso è arrivata una lettera di Masciopinto.
Nello scritto, il questore spiega al prefetto che non voleva certo sostituirsi a nessun altro organo e mancare di rispetto alla figura di Zappalorto, ma aveva considerato che non fosse necessario comunicare la sua audizione. Già questo aveva stemperato la situazione, tanto che la lettera sul comportamento del questore, che il prefetto aveva annunciato voler spedire al Ministero, era rimasta sulla scrivania. L’eventuale invio, avrebbe costretto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese a un intervento ufficiale. E spesso, queste cose si sa come nascono ma mai come finiscono.
Anche perché uno scontro istituzionale tra organi dello Stato non è certo tollerato, tanto meno in un momento come questo e in una città dove fra pochi mesi si svolgerà una delle riunioni più importanti del G20. Il rischio è che alla fine paghino tutti. Zappalorto ieri era già più calmo e ha detto più volte che non pretendeva di certo le scuse di Masciopinto, ma bastava aver chiarito ruoli e competenze.
IL VIMINALE
Comunque, gli echi della buriana sono arrivati lo stesso al Viminale. Anche se non sono partite lettere e comunicazioni ufficiali. Da Roma l’invito è stato quello di risolvere la vicenda in famiglia e di evitare di esasperare gli animi. Ma soprattutto di chiarire le cose nel rispetto dei ruoli anche perché il lavoro da fare non manca. E così è stato. Ieri pomeriggio, vuole la narrazione ufficiale, Vittorio Zappalorto e Maurizio Masciopinto si sono incontrati davanti ad un caffè nell’ufficio del prefetto. Del resto è un’ottima stanza, con divani e veduta sul Canal Grande e collezione Guggenheim, dove ritrovare l’intesa perduta. Incontro chiarificatore dove i due si sono dette le cose che magari in altre circostanze si erano tenuti in tasca. E alla fine è arrivato il comunicato congiunto, che è stato “ benedetto” dal Viminale.
Si legge questo: «È stato un colloquio franco e aperto quello tra il prefetto Vittorio Zappalorto e il questore Maurizio Masciopinto, dopo le incomprensioni dei giorni scorsi. Un colloquio che è servito a chiarire i rispettivi ruoli e funzioni e a ricompattare la squadra del Comitato provinciale per l’ordine e sicurezza pubblica, in vista dei delicati impegni dei prossimi mesi. I due responsabili della sicurezza provinciale hanno confermato la reciproca stima e volontà di collaborazione, all’insegna degli interessi superiori dello Stato e della comunità veneziana». —
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