L’istituto S. Maria della Pietà trasforma il vecchio casolare in una struttura ricettiva

Cinque camere, un appartamento e piscina a Favaro Veneto. La direzione: «Così valorizziamo un immobile che cade a pezzi» 

Il PROGETTO

Una vecchia casa di campagna a Favaro, a metà di proprietà dell’istituto veneziano della Pietà, pronta a diventare una struttura turistica. L’indirizzo è via Triestina 101, a fianco dell’agriturismo Ca’ Beatrice, di proprietà di Roberto Marton, che è anche il titolare della notissima trattoria Da Olindo, locale conosciuto anche per essere partner della Reyer.

Il progetto presentato come primo proponente dall’Istituto della Pietà, per il quale nei giorni scorsi è stato rilasciato il permesso di costruire, prevede l’ampliamento del vecchio edificio, in base al Piano Casa, e la richiesta di un cambio d’uso per la realizzazione di una residenza turistica alberghiera con 5 camere da letto, una unità abitativa a parte, e anche un’area relax con la piscina.

Progetto affidato all’architetto Massimiliano Martignon, architetto con studio a Santa Maria di Sala, da oltre un decennio responsabile, ma con un incarico da esterno, dell’ufficio tecnico dell’Istituto della Pietà, per il quale si occupa della gestione del ricco patrimonio immobiliare. L’edificio in questione, frutto di un vecchi lascito che risale ai decenni scorsi, è una vecchia casa di campagna che versa in pessime condizioni, incastonata in un’area sulla quale si affaccia l’agriturismo.

«E’ da circa 15 anni che lo abbiamo in affitto», spiega l’imprenditore Marton, «e speriamo che ora si possa intervenire, anche perché se no qui cade tutto a pezzi». Da parte sua l’istituto della Pietà presieduto da Filippo Battistelli e diretto da Massimo Zuin fa sapere di non aver certo intenzione di mettersi a fare l’operatore turistico in terraferma.

«Questo era l’unico modo per valorizzare l’edificio, che rischia di cadere a pezzi, e per conservarne la volumetria», spiegano dalla direzione dell’Istituto veneziano, «è un immobile che abbiamo in carico da tempo, che non è funzionale alla nostra attività, e che non avrebbe potuto avere altre prospettive».

Ma che accadrà ora che l’Istituto ha ottenuto il permesso di costruire? Realizzerà il progetto per poi vendere l’immobile chiavi in mano, o deciderà piuttosto di affittarlo? Una decisione in tal senso non è ancora stata presa. Marton è ovviamente tra i più interessati a prendere in gestione la struttura, che confina con il suo agriturismo, ma l’Istituto, ente pubblico, dovrà procedere con un avviso pubblico rivolto a tutti anche se non è escluso che possa essere previsto un diritto di prelazione nei confronti di Marton, essendo in parte proprietario dell’edificio che dovrà essere ristrutturato. —



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