L’istituto Barbarigo è salvo: escluso dal piano delle vendite

L’istituto Barbarigo è salvo e non sarà messo all’asta dal Demanio. Tirano così un sospiro di sollievo dirigenti e insegnanti che, come un fulmine a ciel sereno, si erano visti inseriti nella lista degli immobili pubblici da vendere per rimpinguare le casse dello Stato.
In effetti, l’ex convento di Sant’Anna e San Giovanni in Laterano rientrava nel piano di dismissione di beni pubblici previsto dalla finanziaria 2018, e confermato nel Def di aprile. Un elenco, pubblicato mercoledì scorso in Gazzetta Ufficiale, di 420 immobili sparsi in tutt’Italia di cui 93 già messi all’asta giovedì nei primi tre bandi pubblicati dall’Agenzia del Demanio. Si tratta dell’ex convento di San Salvador, del forte Barbarigo e del ridotto di Sant’Erasmo, per un valore complessivo vicino ai 30 milioni (per i primi due la scadenza è fissata al 15 novembre, per l’ultimo al 15 ottobre).
Come si vede, dal primo lotto di bandi era esclusa la sede del Barbarigo, istituto da oltre mille studenti. Il timore era però che il bene rientrasse nelle successive aste pubbliche, che nel programma di svendita saranno previste da qui ai prossimi tre anni.
Dopo una giornata di incertezza da parte di dirigenti scolastici e funzionari della Città metropolitana, dovuta anche alla mancanza di ulteriori dettagli da Roma, venerdì è arrivato il chiarimento da parte del Demanio. L’immobile, pur inserito nella lista di beni da alienare, non sarà venduto dal momento che il ministero dei Beni Culturali non ha dato l’ok all’operazione. «Abbiamo ricevuto decine di telefonate», tira un sospiro di sollievo la dirigente, Rachele Scandella, «quando abbiamo letto la notizia ci siamo spaventati tutti».
Di più, la parte che sarebbe dovuta andare all’asta non era l’intera struttura bensì un piccolo casolare interno al chiostro della scuola. Si tratta di un edificio di due piani, 50 metri quadri ciascuno, totalmente abbandonato. Non è escluso che, da qui ai prossimi mesi, la scuola stessa si muova per ottenere quegli spazi da destinare ad attività scolastiche.
Nel frattempo, c’è un altro bene messo all’asta che inizia a far discutere: è la batteria Casabianca al Lido. Nei mesi scorsi, l’associazione InDiversity (fin dal 2016 in prima linea per il recupero dell’area) aveva presentato al Comune un progetto di valorizzazione culturale e la richiesta di trasferimento del bene con federalismo demaniale.
«Siamo esterrefatti», fanno sapere i responsabili dell’associazione, «per la mancanza di lungimiranza di un decreto che vuole sanare un debito pubblico svendendo i beni con basi d'asta a cifre ridicole, al rialzo puramente economico. Siamo intenzionati a non cedere il fianco e continuare il dialogo con le istituzioni del territorio per affrontare qualsiasi scenario». Il 25 luglio, alle 17, è previsto un incontro nella sala consigliare della Municipalità di Lido e Pellestrina. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia