L’inceneritore Eni Rewind a Fusina non si farà

Parere negativo della commissione Via e della conferenza di servizi. Decisiva la posizione contraria del Comune. Esultano i comitati 

Mitia Chiarin

Commissione Via e conferenza di servizi convocate oggi in Regione sull'inceneritore di Eni Rewind. E l’atteso verdetto è arrivato: parere negativo al progetto del termovalorizzatore per i fanghi. Il che significa mettere una pietra tombale ad un progetto che negli ultimi mesi ha visto anche il parere contrario dell'amministrazione comunale veneziana.Che ha preso una posizione netta nella conferenza, evidenziando «la non compatibilità urbanistica dell’area interessata alla costruzione». Una presa di posizione risultata decisiva per il parere negativo al progetto. 

Grande l'attesa dal fronte, variegato, del forum cittadino contro gli inceneritori che hanno atteso gli esiti della riunione, esponendo sul ponte degli Scalzi un grande striscione e hanno presidiato gli uffici della Regione con un picchetto di protesta. E ora cantano vittoria: «Ci prepariamo a festeggiare», annunciano. 

 

Il progetto di Eni Rewind da 140 milioni di euro prevedeva di bruciare a Fusina 190mila tonnellate di fanghi sulle 273mila prodotte in tutto il Veneto. E fin dalla prima presentazione è stato al centro di intense contestazioni e cortei di protesta. 

Perché la Regione ha detto no

Il Comitato tecnico regionale per la Valutazione di impatto ambientale (CTR VIA) ha espresso oggi 25 giugno parere negativo sul progetto presentato da Eni Rewind per la realizzazione di un impianto per il trattamento dei fanghi di depurazione civile a Porto Marghera (Venezia). «Si interrompe così», spiega in una nota ufficaile la Regione, «l’iter autorizzativo in corso, essendo il pronunciamento di compatibilità ambientale presupposto necessario per il proseguimento del procedimento.

 

Il comitato «ha ritenuto che non siano state acclarate tutte le garanzie di irrilevanza dell’impatto ambientale e sanitario dell’iniziativa proposta da Eni, in particolare per le criticità sottolineate dall’Istituto Superiore di Sanità e dalle autorità sanitarie locali, in un contesto delicato e gravato nel tempo da rilevanti pressioni ambientali come è quello di Porto Marghera, secondo il principio della cosiddetta “giustizia ambientale”. Tra i principali aspetti tecnici considerati non sufficientemente chiariti, la combustione dei pfas a temperature di combustione ritenute insufficienti per una completa degradazione delle molecole inquinanti».

Gli assessori Bottacin e Marcato

«Sottolineando l'indipendenza delle scelte del Comitato Via, com’è giusto che sia in un ambito prettamente tecnico, si conferma comunque l’attenzione che la Regione ha per ogni aspetto collegato a tematiche ambientali, e relativo alla sicurezza e alla salute dei cittadini», commenta l’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin.

«La decisione rappresenta un segnale chiaro: la tutela della salute pubblica è prioritaria, soprattutto in territori già gravati da decenni di inquinamento com’è quello di Porto Marghera» dichiara Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo economico con delega alla Legge Speciale per Venezia e alla Riconversione del polo di Marghera, che ha seguito fin dall’inizio il piano industriale di Eni, «In un’area che ha pagato un prezzo altissimo in termini ambientali e sanitari, non possiamo più insediare progetti che non offrano garanzie assolute sotto il profilo della sicurezza e della salute. Il futuro di Marghera è una transizione industriale sostenibile, che punti su bonifiche, tecnologie pulite e nuova occupazione verde: in questo ci aiuta la ZLS Porto di Venezia – Rodigino, che con i primi insediamenti di imprese italiane ed estere può rappresentare davvero una rinascita per l’area di Marghera”.

Cos’è il Comitato Via

Il Ctr Via è organismo tecnico indipendente della Regione del Veneto che si esprime in scienza e coscienza sulla base del contesto normativo, pianificatorio e programmatico di riferimento, valutando la conformità alla normativa ambientale e alle migliori tecniche disponibili.

E’ composto dai massimi dirigenti tecnici responsabili delle strutture regionali competenti in materia di ambiente, sanità, agricoltura, energia, infrastrutture, mobilità, pianificazione territoriale, paesaggio; da Arpav; dai direttori apicali degli Enti competenti sui diversi aspetti coinvolti a livello nazionale (Autorità di Bacino Distrettuale, Soprintendenza per i Beni architettonici e ambientali, Vigili del fuoco) e regionale (Veneto Strade, Veneto Sviluppo, Veneto Innovazione, Veneto Agricoltura, Veneto Acque).

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