L’ex Palazzo Contarini Corfù ospitò anche Carlo e Diana

In queste stanze dimorarono i principi imperiali d’Asburgo e Gabriele D’Annunzio Pochi appartamenti e molti studi professionali nello storico, gigantesco edificio

Una calle di passaggio, stretta e buia, che collega il ponte dell’Accademia ai licei Marco Polo e artistico. Un percorso obbligatorio, per chi si dirige verso Santa Margherita.

Al civico 1057, accanto al Piccolo Mondo – unica discoteca della città – si cela Palazzo Contarini Corfù, uno dei patrimoni immobiliari di Venezia. Ed è qui, al primo piano, che le fiamme sono divampate l’altra notte, a notte fonda. Con il suo tipico stile gotico veneziano, palazzo Contarini fu costruito alla fine del 1300. Tre secoli più tardi, ampliamento del nucleo abitativo originario, venne invece eretto il secondo palazzo, detto “degli Scrigni” con un progetto di Vincenzo Scamozzi. Un allargamento motivato dalla possibilità di usufruire di un maggior numero di sale di ricevimento, unendo la facciata gotica del vecchio palazzo ai gusti barocchi seicenteschi dell’edificio di ultima creazione.

A fine XIX secolo cambia la proprietà e, di conseguenza, il nome del palazzo: da Contarini a Rocca. Fino al 1940, il palazzo fu meta di illustri personaggi: i principi imperiali Carlo I e Otto d’Asburgo, lo stesso Gabriele D’Annunzio che a più riprese vi fu ospite durante le sue visite a Venezia. Così come ospitò i principi di Galles Carlo e Diana nel 1985. Insomma, un’istituzione per gli abitanti del sestiere. Eppure, in tarda mattinata in pochi erano a conoscenza dell’incendio avvenuto al primo piano. Complice l’ora tarda, la maggior parte di commercianti e residenti non si è accorta di nulla.

Ieri, qualche tenda si scosta e lascia intravedere per qualche secondo un volto, due operai girovagano nel cortile interno, in corso ci sono dei lavori di ristrutturazione. Regna una calma totale. «Di solito qualcuno di noi si ferma sempre a dormire qui di notte», racconta un cameriere della trattoria San Trovaso, a due passi dall’ingresso di palazzo Contarini, «Per puro caso, però, questa notte nessuno di noi ha dormito qui. Altrimenti, di sicuro ce ne saremmo accorti».

All’ora di pranzo, terminate le lezioni a scuola, varcano il cancello di ingresso anche due ragazzi. «Un incendio qui? Non ne sapevamo niente». Stesso discorso da parte della Pensione Accademia-Villa delle Maravege. Posizionata in fondamenta Sangiantoffetti, dall’altro lato di rio San Trovaso, da qui la visuale dà proprio sul lato dove è avvenuto l’incendio, in corrispondenza della lettera “D” del civico 1057. Qualcosa in più sembra trapelare da una signora sulla quarantina, di origini filippine, che lavora come domestica all’interno dell’edificio: «Sì, mi è stato detto dell’incidente di questa notte – sostiene la donna, che preferisce rimanere anonima – dovrebbe trattarsi della signora Laura e di suo nipote Leonardo. So che i domestici che abitano al piano sopra sono intervenuti per soccorrere la signora. Li conosco solo di vista, ci salutiamo quando ci incontriamo».

Nel primo pomeriggio, in pochi entrano ed escono dal portone di ingresso. L’edificio, infatti, ospita pochi appartamenti e molti studi di professionisti.

«Qui al momento sembra tutto normale – dichiarano i titolari dello studio legale Visconti-Ceci – le poche notizie che sappiamo le abbiamo lette in rete, venendo a lavoro». Una giovane mamma esce dal cancello per accompagnare il figlio alla scuola Michiel: «Ho capito che era successo qualcosa stamattina, quando ho visto nel cortile interno alcuni oggetti bruciati. Non so altro». Le fiamme sembrano essersi nascoste tra le mura del maestoso palazzo.

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