Le sue lezioni un incanto Si è spento Stefano Agosti il prof amico di Zanzotto

IL RICORDO
Ascoltarlo a lezione era per noi studenti essere catturati dalla magia della lingua e della scrittura, scoprire come la stessa “voce” delle parole, la loro danza tra suono e significato, rivelasse segreti. A 89 anni si è spento Stefano Agosti, per tanti anni docente di Lingua e letteratura francese all’Università Ca’ Foscari di Venezia (negli anni in cui nella vicina facoltà di Lettere insegnava Francesco Orlando). Agosti ha fatto scoprire René Char e Yves Bonnefoy, era ineguagliabile quando parlava di Baudelaire, Rimbaud, Mallarmé (a Baudelaire è dedicato il suo ultimo libro, “Baudelaire dal fango all’oro”, Il Saggiatore).
Nato nel 1930 a Caprino Veronese, si era laureato in Lettere a Bologna (1954) con una tesi sulle “Operette morali” di Leopardi, relatore Francesco Flora. Nel 1970 è assunto come professore incaricato di Lingua e letteratura francese a Bari e Venezia, dal 1971 solo a Venezia, dove diventa ordinario nel ’76 a Lingue e direttore dell’Istituto di Francese. In quegli anni organizza seminari con nomi luminosi della cultura mondiale, Jabès, Bonnefoy, Derrida, Julia Kristeva, Maria Corti. Agosti faceva innamorare del testo. Gli anni ’70 erano gli anni dello strutturalismo di matrice francese, del “Piacere del testo” di Barthes, degli strumenti della linguistica e della stilistica intrecciati con la psicanalisi. Aveva pubblicato da Rizzoli un saggio fondamentale, “Il testo poetico. Teoria e pratiche di analisi” (1972), manifesto della nuova critica strutturalista e psicanalitica in Italia, che rinvia a modelli francesi allora recentissimi (Lacan, Foucault, Derrida). Invitato a tenere conferenze in tutto il mondo, Stefano Agosti tenne lezioni nel palazzo di Ca’ Foscari per oltre trent’anni. Fu anche italianista: studi su Gadda e Pasolini. Grande amico di Andrea Zanzotto – il poeta di Pieve di Soligo anch’egli affascinato da Lacan – Agosti ha curato l’Oscar Mondadori delle “Poesie 1938-1972” (1973) e accanto a Fernando Bandini i saggi a “Le poesie e prose scelte” nei Meridiani Mondadori (1999). Si interessò anche di arte e fu egli stesso poeta.
Il nome di Stefano Agosti è legato ad anni luminosi della ricerca letteraria in Italia, anni cui filologia ed ecdotica erano illuminate dal magistero di Gianfranco Contini, Maria Corti, d’Arco Silvio Avalle, Dante Isella e la rivista “Strumenti critici” fondata nel 1968. Anni di entusiasmo, di ricerca e passione. È grazie a Stefano Agosti – e a un team di agguerriti assistenti – se Venezia fu in quegli anni un faro degli studi letterari e linguistici. —
Roberto Lamantea
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