«Le pagavamo pure interventi estetici»

«Visite mediche e interventi estetici»: anche qui, in base alle intercettazioni telefoniche utilizzate nel corso delle indagini su Enerambiente, andavano a finire i soldi della società.
Sono i particolari che emergono dall’ordinanza di custodia cautelare che la scorsa settimana ha portato all’arresto di diciassette persone, oltre al divieto di dimora per altre tre, tutte ritenuti responsabili a vario titolo del crac milionario di Enerambiente spa.
Maria Chiara Gavioli, scrive il gip, «cerca di presentarsi come sorella bella e svampita, ma resta il dato che ella ha accettato di figurare come componente del consiglio di amministrazione assumendone le responsabilità, dal momento che la tesi di essere stata inserita a sua insaputa contrasta con le sue conoscenze».
Dalle intercettazioni ambientali emergono però altri particolari su come la donna avrebbe investito il denaro sottratto alla società.
In particolare il 3 febbraio dello scorso anno all’Holiday Inn di Napoli, gli inquirenti catturano una conversazione tra Giovanni Faggiano, la veneziana Stefania Vio e Vittorio D’Albero (rispettivamente co-amministratore, direttrice dell’ufficio finanziario di Enerambiente e dirigente sindacale della Fiadel, tutti ritenuti a vario titolo responsabili del crac).
«Gli pagavamo addirittura le visite mediche della sorella», dicono tra l’altro.
Stefania Vio nella sua memoria difensiva, fa poi riferimento a un altro aspetto, cioè «a interventi estetici, oltre che cure mediche».
Scrive ancora il gip: «È proprio in qualità di alter ego del fratello e componente del consiglio d’amministrazione che la Gavioli deve rispondere del reato ascrittole … Quanto al dolo è evidente proprio in ragione della sua richiesta di essere estromessa dall’amministrazione dopo l’allontanamento di Faggiano».(s.g.)
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