Le coperte dei migranti diventano un’opera d’arte

L’arte contemporanea entra in una parrocchia di periferia, la chiesa della Resurrezione del rione Cita di Marghera. Il portale di ingresso della chiesa da ieri è color oro. Ma non è il metallo...

L’arte contemporanea entra in una parrocchia di periferia, la chiesa della Resurrezione del rione Cita di Marghera. Il portale di ingresso della chiesa da ieri è color oro.

Ma non è il metallo prezioso, è l’oro “degli oppressi”, perché di questo colore sono le coperte termiche che vengono utilizzate per riparare i migranti salvati in mare. E quelle coperte, a decine, ora rivestono il portale della chiesa della Cita.

La solidarietà, quella dei salvataggi e non dei respingimenti, diventa il filo conduttore del progetto di arte contemporanea del fiorentino Giovanni de Gara che presenta la sua opera da oggi fino al 25 novembre a Marghera.

“Eldorato – Nascita di una nazione” è il titolo del progetto. La “terra dell’oro” è l’approdo dei migranti, stremati dal viaggio, pericoloso, per mare o per terra. Ma è un miraggio perché è il luogo dove «speravano di trovare pace e lavoro e dove sempre più spesso trovano, invece, frontiere e porti chiusi o attese infinite in non-luoghi recintati a doppio filo». Il parroco della Cita ha colto il senso dell’azione artistica. «Ogni volta che ho visto in televisione i riflessi dorati di quei drappi», dice don Nandino Capovilla, «ho immaginato il calore e la tenerezza sui corpi infreddoliti e violentati dei profughi finalmente a terra. Ma ora che la macchinazione politica è riuscita a trasformare quelle vittime in colpevoli invasori e a far sparire dagli schermi le immagini degli sbarchi, i nostri cuori si sono chiusi e la nostra coscienza addormentata. Per questo ho accolto come una benedizione la proposta dell’artista Giovanni De Gara di rivestire le porte della Chiesa della Resurrezione con i suoi drappi d’oro. Perché ritorni ad essere visibile quel dramma che continua a consumarsi nel Mediterraneo, pur senza testimoni, e perché ritroviamo la forza di reagire alla disumanità razzista». Sono chiarissime le parole del sacerdote, in prima linea per l’accoglienza. La tappa di Marghera del progetto “Eldorado” fa seguito a quella di Lampedusa dove il 3 ottobre nella Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, l’artista ha reso omaggio alle 368 vittime del naufragio di cinque anni fa. Al progetto è collegato un docufilm.

L’inaugurazione della installazione oggi alle 10.30 durante la messa. «Faremo festa perché avremo anche un battesimo», dice soddisfatto don Capovilla. —





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