L’architetto De Simone «Solo l’offshore salverà i nostri porti»

CHIOGGIA

«Senza l’offshore, i porti di Chioggia e Venezia avranno solo una lenta agonia». Torna a insistere sulla necessità di scali fuori costa l’architetto veneziano, specializzato in trasporti, tunnel, costruzioni sotterranee e ingegneria sismica, Ferdinando De Simone che già nel 2016 propose una soluzione in project financing, con un tunnel ferroviario sottomarino. Da anni lo scalo clodiense è in sofferenza per il pescaggio troppo ridotto rispetto alle esigenze delle navi container e anela un intervento di escavo che, in teoria, dovrebbe partire da inizio anno dopo l’ultimo passaggio del Provveditorato alle opere pubbliche del Triveneto.

Su Chioggia e Venezia però pende la spada di Damocle del Mose e il gigantismo progressivo delle navi tanto che da più parti si preme per una soluzione off shore. «La priorità è spostare i due scali fuori dalla laguna», spiega De Simone, «la soluzione tecnicamente più valida, e che si avvicini di più anche alle richieste di Italia Nostra, è quella del porto offshore da me proposto a Regione, Comune e al presidente del Porto. Con una concessione-gestione per 40 anni ci sarebbero già degli investitori internazionali disponibili alla realizzazione dell’infrastruttura. Tutte le navi passeggeri e merci dovrebbero attraccare in zone separate dello scalo e con un tunnel ferroviario sottomarino si provvederebbe alternativamente, al trasporto dei passeggeri e delle merci fino a Marghera e poi a Venezia e lo stesso per Chioggia. Se si continua nel progetto di scavo dei canali, qualsiasi sia il tracciato scelto, resterà il problema di estrarre e inertizzare una quantità immensa di fanghi tossici, andando a sconvolgere l’equilibrio idraulico della laguna». —

Elisabetta B. Anzoletti

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