L’ansia, la mascherine e poi la gioia «Che strano rivedere i prof solo così»

VENEZIA
L’immagine della maturità 2020 è la corsa di Giulia Bozzola, appena terminato l’orale. La mascherina calata sul mento e l’abbraccio con la migliore amica che la attendeva all’esterno dell’Algarotti. «È andata bene, i prof mi hanno chiesto le domande in cui speravo», il suo colpo di fortuna. È una delle 6.500 storie dei maturandi del Veneziano da ieri chiamati davanti a 120 commissioni per l’esame di stato. Enrico Pistollato, sempre dell’Algarotti, sfodera un bellissimo sorriso: «È stata proprio una bella conclusione, i prof mi hanno anche fatto i complimenti». È stata una maturità strana quella che ha segnato l’ultimo ritorno dei ragazzi in quella che è stata la loro scuola per cinque anni, abbandonata da un giorno all’altro, quando gli studenti hanno dovuto sbattere il naso contro la Dad, la didattica a distanza. «È stato un nuovo incontro fisico con i professori con cui ero sempre rimasto in contatto nei mesi» spiega Alessandro Tonutto, primo interrogato al Liceo classico europeo Foscarini. Una maturità ridefinita nella sua struttura: solo orale, niente scritti. Continua il ragazzo: «Un bel sollievo dibattere oralmente la seconda prova, di latino e greco». Un esame caratterizzato poi dalle norme rigide delle aule. «Ho risposto alle domande dei prof osservandoli attraverso uno schermo in plexiglass» spiega Chiara Granziera, studentessa del Tommaseo. «Per fortuna era un pannello trasparente, quindi non ho avvertito troppo la distanza da loro». Schermi, distanziamento, gel igienizzante e mascherine. «Ma io l’ho indossata solo per entrare e uscire da scuola. Una volta in aula, gli insegnanti mi hanno detto che potevo abbassarla. La indossavano già loro e c’era la finestra aperta» spiega Marco Fattoretto, del Fermi, dopo una mattinata trascorsa nella calle a ripassare con il compagno Alberto Comellato. A settembre, Enrico spera di essere ammesso alla facoltà di Design al Politecnico di Milano, Alessandro studierà Economia a Ca’ Foscari, Chiara Psicologia a Padova, Giulia e Marco cercheranno lavoro. Odore di gel agli ingressi delle scuole di Mestre. «Mi hanno chiesto cose facili», spiega Simone, studente dell’istituto tecnico Zuccante «non ho studiato molto, puntavo su quello che sapevo e sono stato fortunato».
Un docente di Simone ha partecipato in video. Norberto Casarin ha incassato i complimenti del commissario esterno, colpito dalle sue proprietà di linguaggio. E’ tranquillo, come chi sa di aver fatto del suo meglio. «Penso sia andata benissimo. I professori si sono concentrati sull’elaborato di indirizzo tecnico, una App per assicurazioni creata da Poste Italiane, le domande sono state generali». Professori con la mascherina, distanziati. «Quando mi sono messo alla Lim, uno di loro si è spostato per evitare di essere troppo vicino». Ashean Abeysinghe, di Marghera, la maturità la deve ancora fare, ma è tranquillo: «Gli argomenti li conosco e li ho studiati, poi c'è il mio elaborato». I professori sono stati buoni, precisa Manuel Chinellato. Una domanda un po’ a sorpresa in matematica, alla quale, però, ha risposto bene. Nel suo futuro c’è un istituto tecnico superiore di sistemi a Pordenone. Francesca Semenzato 5 B dello scientifico Bruno è contenta. «E’ stato un po’ strano rivedere i professori in questa occasione, ma era tutto molto organizzato», esclama. Lei ha la media del 9 e qualcosa. «Prepararsi a casa è stato faticoso, forse si sentiva un po’ di più l’ansia dell’esame». «E’ stato brutto sapere dell’esame solo poche ore prima», le fa eco la mamma. Adesso sono entrambe sollevate. Francesca è indecisa tra matematica e ingegneria aereospaziale. È emozionata ma non per l’esame appena concluso, bensì di rivedere le sue amiche, Ecaterina Novur, anche lei del Bruno. «Ecco le mie ragazze», dice con un sorriso. Non conosce i voti, ma la sua professoressa, uscita a prendere aria, le ricorda che è andata benone. Alessia Maglie, liceo Franchetti, maturità classica: «All’inizio c’era parecchia ansia, poi ci si abitua». Ha parlato di Leopardi e dell’Età vittoriana. «Non mi aspettavo la domanda di storia. Mi basta essere uscita, ora sono libera!». —
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