L’Anpi al tabaccaio di Dolo: «Ritiri i cimeli fascisti». Lui: la vendita è legale

DOLO. «Non intendo ritirare in alcun modo i prodotti e i gadget che possono essere considerati nostalgici. Si tratta di prodotti perfettamente legali dei quali mi sono informato e dei quali è permessa la vendita. Non discuto i gusti delle persone e le idee. Sono convinto che se questa oggettistica è legale, possa essere venduta. Non intendo rimuoverla dalle vetrine su cui è in esposizione perché so che non infrango alcuna legge».
Diego Dimatore, titolare della tabaccheria di via Cairoli in centro a Dolo, ostenta tranquillità, dopo la denuncia di una cliente sul fatto che nel suo negozio si espongono oggetti inneggianti al Ventennio fascista e a Benito Mussolini. A pochi passi dal municipio, all’interno del negozio, sono presenti un manganello con la scritta “Me ne frego! ” e poi busti raffiguranti Mussolini e tanti altri gadget a tema. «Non capisco questo clamore» dice Dimatore «A Predappio ci sono attività di ogni tipo che vivono su chi ama questa oggettistica legata a quel periodo storico».
La denuncia dei giorni scorsi non è stata la prima. A lamentarsi di questa oggettistica erano stati diversi clienti, anche lo scorso anno. La vicenda non è sconosciuta neanche all’Anpi (l’associazione dei partigiani) della Riviera che ne chiede la rimozione.
«Ancora una volta, ancora a Dolo» spiega Tullio Cacco segretario dell’Anpi «riappaiono simboli antistorici e vietati in quanto inneggianti il ventennio fascista. Già in passato il presidente dell’Anpi di Dolo, Corrado Mion, aveva invitato il gestore della tabaccheria a rimuovere tali simboli. Sentito il Comune sul caso, la risposta è stata di stupore e perplessità, garantendo un controllo per accertare le eventuali violazioni di legge. L’Anpi, intanto, molto serenamente auspica che questi simboli che ricordano la barbarie del ventennio fascista, che costò milioni di vite umane, vengano rimossi. In caso contrario ci attiveremo attraverso i nostri legali per accertare le eventuali violazioni per ristabilire il rispetto delle leggi Scelba e Mancino e della nostra Costituzione Italiana antifascista».
Sulla questione chiede un intervento della magistratura anche Gabriele Scaramuzza esponente della lista il “Veneto che vogliamo”: «Quello della tabaccheria di Dolo che mette in bella mostra “souvenir” fascisti è solo l’ultimo di una serie di casi che odorano di apologia di un regime atroce, che ha rappresentato il punto più basso della storia del nostro Paese. Una sequela che purtroppo trova nel Veneto e nel territorio veneziano un terreno fertile. La libertà di pensiero qui non c’entra». –
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