«L’amore su Tinder? Sì, basta incontrarsi»

Come può San Valentino, festa degli innamorati, andare a braccetto con Tinder, applicazione di incontri? Un’eresia, per chi, dietro un’app, vede apatia e diffidenza. Si dirà: dove sono finiti i bei tempi in cui il corteggiamento era l’unico strumento per le conquiste amorose? Come pensare di trovare il principe azzurro dallo “specchio nero” di uno smartphone? Eppure la tecnologia nasce per facilitare la vita e, quindi, anche per conoscere meglio se stessi. Sì, anche nella sfera sentimentale. È quanto sostiene Cristina Portolano, 31 anni, illustratrice e fumettista napoletana, che stasera alle 20 presenterà il suo ultimo libro (“Non so chi sei”) alla libreria Marco Polo. Una voce fuori dal coro, nel tentativo di dare una lettura diversa delle app di incontri sempre più diffuse e di rompere una visione stereotipata delle relazioni amorose. «Conoscere persone online ormai è diventato uno strumento di uso comune» spiega Cristina «e Tinder, così come le altre app, sono tutti strumenti che danno opportunità di conoscere delle persone. Sta a noi coglierle». L’importante, insomma, è mettersi in gioco. “Non so chi sei” parla di una ragazza che si rende conto, dopo una relazione lunga e trascinata, di non conoscere affatto il suo compagno. «E questo» continua la scrittrice napoletana «può succedere sia con le persone conosciute online, sia con quelle conosciute offline». La protagonista decide allora di fare nuove conoscenze con l’app di incontri. Supera così le sue molte reticenze verso gli appuntamenti virtuali e ritrova la capacità di ascoltare i propri sentimenti. Fino a riscoprire anche la propria intimità, trascurata dopo anni di relazione. «La sessualità delle donne è un aspetto spesso sottovalutato e banalizzato» ragiona Portolano «le donne sembrano essere programmate per la ricerca del principe azzurro. Ma non è affatto detto che sia così. Le donne possono decidere di utilizzare il proprio corpo come più le aggrada. Non tutte le persone con cui si finisce a letto devono per forza essere gli uomini della nostra vita. Si conosce se stessi anche sbagliando. Però la scelta sbagliata non è fare l’amore in sé, liberamente, ma conoscere persone non affini a noi». Problemi comuni, quindi, tanto a chi usa Tinder quanto a chi predilige il classico corteggiamento. Vanno bene anche gli incontri online, sembra dire il libro di Cristina Portolano, pur di conoscersi di persona. L’importante è non farsi influenzare da quello che la società si aspetta da noi. «Anche i fenomeni mediatici come le “50 sfumature di grigio”» aggiunge «sono prodotti consolatori, stereotipati. Alla fine i due protagonisti si sposano, con la donna classica principessa da salvare. Subiamo prodotti pseudoculturali che avvalorano sempre le stesse tesi». Cosa augurarsi, allora, per il 14 febbraio? «Chi è innamorata e corrisposta, se la goda con tutto il cuore. Chi è single, non subisca le pressioni esterne. Pensate sempre con la vostra testa».
Eugenio Pendolini
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