La scure Avm-Actv: integrativo disdetto. Taglio di 16,5 milioni e stipendi più magri per i dipendenti

La rabbia dei sindacati: «Il provvedimento va subito ritirato». Stimata una riduzione fino a 350 euro in busta paga
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 04.05.2020.- Pendolari in Vaporetto con segna posti.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 04.05.2020.- Pendolari in Vaporetto con segna posti.

VENEZIA. Buste paga più magre per i 3.100 dipendenti di Avm-Actv. L’azienda infatti ha deciso di disdire tutti gli accordi integrativi di secondo livello, che incidono sul bilancio delle società per 16,5 milioni di euro. La stima è che ogni dipendente possa perdere in busta paga tra i 250 e i 350 euro lordi al mese. Una decisione contro la quale i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, che sono stati convocati ieri pomeriggio dai vertici della società per la comunicazione, annunciano battaglia. E l’8 febbraio, giorno dello sciopero nazionale, a Venezia si protesterà soprattutto contro Avm.

L’azienda di trasporti ha motivato la scelta di sospendere l’integrativo ricordando come l’acqua granda del 2019 e la pandemia, in corso da quasi un anno, «hanno messo in evidenza l’enorme dipendenza economico-finanziaria della città e delle aziende che vi operano, dal turismo».

Oggi però, con il turismo ridotto a zero, i conti del trasporto non tengono più. Per questo, sostiene Actv, è necessario ripensare la contrattazione di secondo livello.

Una prima revisione c’era stata nel 2013, quando a incidere sui costi era stata soprattutto la drastica riduzione del Fondo nazionale, che aveva visto un ripristino dell’orario settimanale di lavoro a 39 ore, il taglio del numero di dirigenti e quadri, e la riduzione del numero degli impiegati. Ora la revisione si annuncia molto più radicale. Ne va, recita la comunicazione dell’azienda messa nelle mani dei rappresentanti sindacali, della sopravvivenza della stessa azienda.

Nelle buste paga quindi i lavoratori di Avm, e soprattutto il personale che lavora nei mezzi, non troverà più le voci relative alle indennità nebbia, guida tram, guida bus 18 metri, reperibilità, collaudo mezzi, o cambio turno. La disdetta scatterà a partire dal 31 marzo, nella speranza dell’azienda che, nel frattempo, si riesca a trovare un accordo con le organizzazioni sindacali.

Poi dal primo aprile, «in via unilaterale e fino al raggiungimento di un accordo, un importo corrispondente al 10% di quello afferente alle indennità precedentemente spettanti». L’impressione quindi è che l’azienda voglia alzare i toni anche per cercare con le organizzazioni sindacali un punto di caduta che, nel confronto per la stesura del nuovo integrativo di secondo livello, garantisca almeno una bella sforbiciata delle indennità che, nel corso degli anni, erano state concordate.

I rappresentanti delle organizzazioni sindacali sono infuriati. «Non è questo il modo di aprire un confronto per discutere del contratto di secondo livello». Alberto Cancian dell’Usb: «La situazione di difficoltà è sotto gli occhi di tutti, ma l’azienda non può agire in questo modo unilaterale, arrivando con un carico pesante come questo, senza che ci sia stata la possibilità di confrontarci».

«Così fanno pagare il conto ai lavoratori Actv. La scelta di Avm è solo un ricatto»

Marino De Terlizzi (Fit Cisl): «Per poter aprire un confronto serio l’azienda deve fare non uno, ma tre passi indietro. Con una lettera hanno cancellato un integrativo costruito in trent’anni di confronto, non si può fare così. L’integrativo vale fino al 30%, 350 euro, dello stipendio. Mi sembra chiaro che in questa partita, oltre all’azienda, deve intervenire anche la proprietà, e quindi il Comune. La responsabilità non può essere chiesta solo ai lavoratori».

« È chiaro che una città con vocazione turistica, come Venezia, è stata tra le più colpite dal lockdown e necessità di specifici ristori da parte dello Stato. La direzione aziendale ci ha dato un piano generale di interventi di efficentamento e riduzione dei costi, in cui è prevista anche la disdetta della contrattazione integrativa, con effetti dal 01 aprile 2021, e la contemporanea riapertura delle trattative con le organizzazioni sindacali», dice l’assessore alla Mobilità, Renato Boraso, «ma l’Amministrazione del sindaco Brugnaro ha dato però due obiettivi chiari. Il primo è che Avm/Actv deve restare pubblica, con gestione in-house. Il secondo che non deve esserci nessun licenziamento. Il mandato è preciso: salvaguardare i lavoratori, l’impresa e i servizi ai cittadini, perché siamo certi della ripresa che ci sarà al termine della pandemia da Covid-19».

Un dibattito che si sta incendiando. «La decisione, comunicata da Avm di disdire tutti gli accordi integrativi di secondo livello è gravissima», dicono i consiglieri regionali del PD Veneto, Jonatan Montanariello e Francesca Zottis, «serve subito un tavolo in Regione». —


 

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