La rapina con il barchino identificato chi lo guidava

Chi ha cominciato a collaborare con i carabinieri per le rapine milionarie forse non sa tutto perché non ha partecipato a tutti i colpi, ma sa come è andata e soprattutto chi c’era in ogni occasione: alcuni sono già in carcere per la rapina con sparatoria al blindato di Veggiano, in provincia di Padova, chi per la detenzione dell’arsenale della banda a Fiesso d’Artico, in provincia di Venezia, chi per il «colpo» di Bassano, in provincia di Vicenza. Pubblici ministeri, nelle indagini sono coinvolte le Procure di Venezia e Padova, e carabinieri di Vicenza, Padova e Venezia, che svolgono le indagini e che hanno arrestato i componenti della banda, non si sbottonano sull’identità di chi sta parlando, non vogliono dire se si tratta di uno di coloro che è già finito in manette, ma avrebbe dovuto già cambiare difensore e non sembra sia accaduto, o se si tratta di persona a piede libero.
Avrebbe comunque già rivelato i nomi di coloro che conducevano i barchini utilizzati per la rapina che ha fruttato di più alla banda, un milione e 280 mila euro, quella alla Scomenzera, dietro Piazzale Roma. L’11 luglio del 2013 un barchino con tre uomini a bordo, armati di kalashnikov, avevano affiancato la barca della Civis che aveva caricato i sacchi con i soldi per trasferirli a Venezia. Si erano fatti consegnare il denaro ed erano fuggiti, presumibilmente c’era un altro barchino, con altri uomini, di copertura, per intervenire in caso di complicazioni . Nella banda c’erano almeno due uomini che conoscevano i canali alla perfezione, come più di venti anni prima era accaduto alla banda guidata da Felice Maniero per le rapine al Casinò o al Des Bains del Lido. L’ipotesi più probabile è che il barchino con i soldi, dopo essere passato sotto il Ponte della Libertà si sia diretto verso la terraferma, in particolare Campalto.
I giorni immediatamente dopo il «colpo» gli investigatori di carabinieri e polizia avevano setacciato tutta Venezia, sentito decine di persone per avere un’indicazione su chi poteva aver guidato quel barchino, ma non avevano raccolto indicazioni utili, adesso chi collabora deve aver fornito identità precise. Naturalmente c’è la necessità di trovare riscontri e prove alle dichiarazioni messe a verbale dal collaboratore. Fino ad ora, in manette sono finiti Massimo Nalesso e Cristian Baldan di Fiesso, per le armi ritrovate a Fiesso, quindi Moreno Monetti di Dolo e Simone Rampin di Fossò. A loro sono contestate fino ad ora le rapine al blindato di Veggiano, con un tentato omicidio visto che uno di loro ha sparato ad una guardia giurata che era già a terra disarmata, e una rapina a Bassano. Gli altri componenti sono ancora liberi, compreso chi ha condotto il barchino, forse per poco.
Giorgio Cecchetti
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