Finanziamenti e mutui, sempre più veneziani non riescono a pagare la rata
Dal 2022 le richieste di aiuto ricevute da Adico sono aumentate del 18%, tra la paura di perdere la casa e il bisogno di saldare piccoli acquisti e spese essenzial

In tutta la provincia si contano oltre 430 mila finanziamenti aperti, e ogni anno aumentano le richieste di aiuto di non riesce a pagare la rata. La denuncia arriva dall’Associazione difesa consumatori, che ha fatto il punto sui tanti casi che gestisce ormai dal 2022, ovvero da quando la bolla inflazionistica ha dato il via a una stagione di rincari a doppia cifra. Adico riferisce di una crescita di pratiche di questo genere pari al 18% sull’anno precedente, trend confermato anche nel 2023 e nel 2024.
Secondo l’osservatorio MisterCredit del Crif (Centrale rischi finanziari) il 59,7% dei veneziani maggiorenni (quindi circa 430 mila persone) è indebitato con banche e finanziarie. L’indebitamento medio pro-capite è di 41.310 euro per una rata mensile media di 311 euro. Il 30,9% di questa platea ha acceso un mutuo, il 26,6% si è impegnato con un prestito personale mentre la maggioranza, il 42,5%, ha un prestito finalizzato. In questi ultimi due anni e mezzo la principale problematica seguita da Adico riguarda veneziani con mutuo prima casa che non riescono più a pagare le rate. Dopo otto, nove o dieci mensilità saltate, solitamente la banca invia un ultimatum che anticipa il serio rischio di perdere l’abitazione.
«Queste sono le casistiche più difficili da affrontare e gestire», ammette Carlo Garofolini, presidente dell’associazione, «Tramite il nostro ufficio legale cerchiamo un accordo stragiudiziale che permetta al nostro socio di mantenere il rapporto con la banca valutando magari rate più sostenibili. Come altra possibilità c’è la vendita in bonis della casa da parte del debitore che gli permette di proporla a valori di mercato cercando di recuperare, oltre alle rate mancanti per chiudere il mutuo, anche qualche cosa per sé». Sono molti pure i veneziani che faticano a restituire importi medio piccoli (fra i 10 mila e i 30 mila euro) relativi a prestiti personali o finalizzati. “Parliamo di soggetti che si sono indebitati per l’acquisto di un’auto, per un piccolo restauro o magari per pagare il dentista o per cose del genere», prosegue Garofolini, «In questi casi l’intervento è per così dire più semplice anche se dipende molto dall’aggredibilità del patrimonio in capo al socio. Siccome parliamo per lo più di persone con un patrimonio disponibile basso o nullo si riesce a ottenere un accordo a saldo e stralcio che può ridurre l’importo anche oltre il 70%».
Naturalmente l’associazione segue molti iscritti veneziani alle prese con le cartelle esattoriali dell’Agenzia delle entrate. Tantissimi i bolli auto ma anche contributi Inps non versati o imposte Irpef non onorate. «Ovviamente in questi casi dipende dall’importo contestato, ma lo scopo finale è quello di ottenere il numero massimo di rate: 72 quelle ordinarie o 120 in caso di comprovate difficoltà economiche». In tale contesto, «insistiamo affinchè si proceda con la rottamazione quinques che potrebbe salvare dal default tante persone. La quinques è molto più sostenibile della quater che prevedeva un rimborso, senza more o sanzioni che incidono anche fino al 50% dell’intera somma contestata, in quattro anni. La nuova rottamazione prevederebbe 120 rate da pagare in dieci anni. Una boccata d’ossigeno per tanti soggetti indebitati e con l’acqua alla gola».
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia