La messa si celebra in latino
Mirano. Richiesta dai parrocchiani, domani a San Leopoldo

La messa sarà celebrata dal prelato don Konrad Zu Loewenstein
MIRANO.
Una raccolta firme tra i fedeli, un paio d'anni fa, chiese al parroco di istituire una messa in rito romano antico. E domani alle 16.30 la messa nella chiesa di San Leopoldo Mandic sarà celebrata in latino. E' la prima funzione religiosa di questo tipo nella Diocesi di Treviso (eccetto quella celebrata ogni mese nella chiesa dei padri Oblati a Treviso) dalla riforma liturgica del 1970.
Esultano circa cinquanta fedeli del quartiere Moro-Wolf Ferrari: la messa in latino l'avevano chiesta ancora nel 2008, raccogliendo firme come prevede il documento papale «Summorum Pontificum», che obbliga i parroci a soddisfare le richieste dei fedeli che chiedano le funzioni secondo l'antico rito liturgico. Solo che a presiederla non sarà il parroco di San Leopoldo, don Egidio Baldassa, che non se l'è sentita: a celebrare sarà il prelato inglese don Konrad Zu Loewenstein, appartenente alla Fraternità sacerdotale di San Pietro, congregazione legata proprio alla liturgia pre-conciliare e cappellano nella chiesa di San Simeon Piccolo a Venezia. In città la curiosità tra i fedeli, anche quelli meno ortodossi e tradizionalisti, è grande: la messa sarà servita, come prevede il rito, da diversi ministranti in talare e cotta, mentre il sacerdote celebrerà in posizione «ad Deum», cioè rivolto verso il crocifisso anziché verso l'assemblea. Rivivranno così gesti antichi, riti carichi di simboli e spiritualità. La funzione sarà votiva in onore della Beata Vergine Maria e cantata rigorosamente in gregoriano, col giovane Nicola Lamon all'organo e Antonio Furlan alla voce. Il gruppo dei fedeli filo-romanici adesso punta a far diventare regolare la celebrazione in latino alla San Leopoldo, almeno una volta al mese. «Le spinte audacemente moderniste causate e diffuse dalla Chiesa - spiega il portavoce del gruppo Francesco Boato - dimostrano di aver fatto acqua da tutte le parti perché si tratta di un'interpretazione errata e disinvolta del Concilio Vaticano II. Il rito romano antico recupera invece la bellezza, la ricchezza, il fascino e la profonda spiritualità della messa e sta suscitando sempre più entusiasmo, udite udite, soprattutto nei giovani. La nostra non è nostalgia, ma preghiera solenne, maestosa e universale».
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