Jesolo, un pitone di sei metri come antifurto in appartamento

L’idea del gestore del Tropicarium Park dopo l’ennesimo furto in casa. «Ladri attenti, Principessa può stritolare quattro uomini»
Di Giovanni Cagnassi

JESOLO. Si chiama Principessa il nuovo antifurto utilizzato in un appartamento di Jesolo. E Principessa non è un sofisticato e modernissimo sistema elettronico, ma un pitone albino di 6 metri. Stanco dell'ennesimo tentativo di furto nella sua abitazione vicino a piazza Trieste, il gestore della mostra di squali e rettili Tropicarium Park di piazza Brescia, Mauro Rigoni, si è guardato in casa per scegliere una efficace contromisura che possa servire da deterrente contro i ladri scatenati nell'estate jesolana.

Principessa è infatto un enorme pitone moluro Albino, la femmina più grande che esiste nata in cattività in Italia. Ha 25 anni misura, 6,50 metri e pesa 120 chili. Puro muscolo, con la sua forza può stritolare fino a 4 persone adulte, e può ingerire anche prede molto grosse come piccoli maialini. Averla libera per le stanze di casa è diventato così un antifurto naturale. Sicuramente i ladri prima di entrare e trovarsi di fronte questa splendida bestiola libera, ci penseranno un po' di più. Sono dunque avvertiti.

«La reazione di questi pitoni è sempre instabile», spiega Rigoni, «con le loro fossette sensoriali sentono subito un odore non comune ai soliti e soprattutto percepiscono come tutti i serpenti le vibrazioni. Quindi ai malcapitati potrebbe succedere di tutto entrando in casa, e il morso di un pitone di queste dimensioni potrebbe fare molto male. Si tratta di una specie che ha molti denti e tutti retroversi. È meglio pensino bene a cosa si potranno trovare all'interno di casa prima di entrare».

In luogo del tradizionale attenti al cane, comparirà presto un bell'attenti al pitone. Un rettile molto diffuso, magari non di queste dimensioni, tra gli appassionati di animali esotici. Spesso, quando le dimensioni non consentono più di tenerli in casa, vengono liberati, addirittura nei boschi o nelle golene dove poi sono stati segnalati da ciclisti e appassionati di jogging terrorizzati e presi per visionari ubriachi.

«Invece è accaduto veramente», ricorda ancora Rigoni, protagonista di varie spedizioni alla ricerca di animali segnalati in golene e boschi o pinete assieme all'erpetologo della mostra Hermann Schiavon, «a tutti suggeriamo di non liberarsi mai di questi animali, ma di portarli da noi, anche in anonimato, perché si possa aiutarli a vivere».

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