Isole ecologiche interrate le prime sette presto al via
santa maria di sala
Rivoluzione rifiuti, Santa Maria di Sala avrà le isole ecologiche interrate. In termini di raccolta differenziata, il Comune salese è uno tra i più virtuosi della provincia dato che al momento si trova al 4° posto con l’85,39% di rifiuto riciclato. Quota che, attraverso uno studio di fattibilità, potrebbe arrivare tra l’88 e il 90% entro la fine del 2026. Per farlo è stata progettata la realizzazione di 27 isole ecologiche per un importo di circa 5,9 milioni di euro.
Il primo stralcio esecutivo da circa 1 milione di euro potrebbe partire già quest’anno con la realizzazione delle prime 7 isole ecologiche interrate, distribuite tra capoluogo e frazioni. «La sostenibilità finanziaria dell’intervento», dice il sindaco Nicola Fragomeni, «sarà possibile grazie al Pnrr che coprirà l’intera spesa di questo primo stralcio». Le alternative sarebbero potute essere quelle del restyling delle piazzole esterne esistenti o alla raccolta porta a porta, che però evidenzierebbe difficoltà per la vastità del territorio e lo scarso spazio nelle aree centrali, con il rischio di creare un impatto negativo sul decoro del territorio. «L’interramento delle isole», continua il sindaco, «andrà a vantaggio del limitato impatto ambientale, della qualità urbana e della viabilità».
Le isole saranno formate da una vasca prefabbricata in cemento armato e contenitori in acciaio estraibile. Le calotte saranno accessibili dall’utenza tramite apposite chiavi o app su cellulare. I quasi 17.500 abitanti di Santa Maria di Sala oggi hanno a disposizione 197 piazzole ecologiche superficiali dotate di tradizionali cassonetti, bidoni o campane. Lo scopo del nuovo progetto sarà quello di ridurne la presenza verso la completa sostituzione: un passaggio che però necessita di costi e tempi da spalmare negli anni. «Il nostro obiettivo», conclude Fragomeni, «è anche quello di ridurre potenziali odori sgradevoli con la possibilità futura d’introdurre un sistema di misurazione puntuale dei conferimenti secondo il principio “chi inquina paga” previsto dalla normativa italiana ed europea». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia