Ingaggiano guida turistica per vedere... Mestre La “prima volta” tra shopping, foto ma niente M9
Stefania Colecchia racconta di aver accompagnato un gruppo di thailandesi: «Sono arrivati in bus, sono rimasti contenti e io pure»

MESTRE. «Quando hanno tirato fuori lo striscione per la foto ricordo in piazza Ferretto, la gente di passaggio li guardava con uno stupore evidente. Mi sento una pioniera del turismo a Mestre. Niente a che vedere con la follia del turismo di massa a Venezia».
Stefania Colecchia, guida turistica con una lunghissima esperienza, giovedì ha gestito una delle prime visite guidate alla scoperta di Mestre.

Non stiamo citando la rubrica del “Strano ma vero” della Settimana Enigmistica. Potrà far sorridere, specie quelli che si chiedono cosa ci sia di bello da vedere a Mestre, ma è successo davvero: una comitiva di turisti ha voluto passeggiare a Mestre tra shopping e foto ricordo. Mestre si scopre piazza turistica e affronta, con quel che ha, l’arrivo dei turisti. Non solo quelli che pernottano in alberghi, b&b e ostelli, ma anche quelli che vogliono rilassarsi con una passeggiata. Peccato che tante vetrine siano chiuse, causa crisi del commercio e molti esercenti al turista non pensino affatto.
«Non sono delle visite che si fanno regolarmente. Ho avuto una richiesta da un’agenzia thailandese che mi aveva commissionato una visita guidata a Venezia e io avevo risposto positivamente. Il gruppo poi voleva una sosta a Mestre», ci racconta la guida turistica.
Giovedì la comitiva di thailandesi, ospiti dell’hotel Quid sul Terraglio, è arrivata in via Circonvallazione. «Purtroppo non hanno voluto vedere il museo M9. Siamo arrivati con il bus in via Circonvallazione e li ho fatto camminare lungo via Einaudi fino in Piazzale Candiani. Di lì in Piazza Ferretto: volevano andarci assolutamente», racconta. «Poi sosta al centro Le Barche (anche per usare i bagni pubblichi, gli unici di Mestre centro) da dove abbiamo ammirato la vista su Piazza Barche e ritorno in Piazza Ferretto e via Palazzo. Successivamente siamo andati vicino al Municipio e hanno assaggiato la mozzarella in carrozza. Si sono molto incuriositi nel vedere il palazzo della Provvederia e mi hanno chiesto dei dipinti del cinema Excelsior. In via Caneve volevo portarli a vedere un negozio di un artigiano orafo che fa gioielli incredibili ma non sono entrati. Alla fine siamo tornati al punto di partenza e ho parlato ancora del vecchio Ospedale, da lì in via Paolo Sarpi al ristorante. Naturalmente ho accennato a Casanova e al Teatro Balbi, ma non sono riuscita a mostrare tutto quello che volevo io. Avevano tempi serrati»
Il racconto della Colecchia prosegue: «Molto gentili e sorrigenti, questi turisti amano vedere i mercati e i negozi perché hanno la passione dello shopping. Nel viaggio verso la Croazia, si fermeranno anche all’outlet di Noventa. Al centro Le Barche, una parte di loro si è dedicata agli acquisti e tutti si sono divertiti da “Caberlotto”, dove li ho portati per mostrare loro un negozio tradizionale e hanno fatto incetta di caramelle e cioccolata. Per come è andata, io posso solo augurarmi che visite come queste diventino una abitudine. E non nascondo che mi piacerebbe lavorare nella città dove vivo e non solo a Venezia», dice la guida, che fa parte di una cooperativa e dell’associazione guide di Venezia.
«Ho lavorato alle passeggiate patrimoniali del Comune che sono state un autentico successo e mi sono convinta che il settore delle visite guidate, se portato avanti con serietà, competenza e rispetto delle regole può contribuire all’economia cittadina. Se un turista che dorme a Venezia rimanesse dai 3 ai 4 giorni, potrebbe anche venire a Mestre. C’è tanto altro da vedere, come Forte Marghera. Con la cooperativa guide vogliamo proporre ancora questo tipo di visite».
I thailandesi non avranno voluto entrare al museo del Novecento ma, per la cronaca, anche M9 attira le prime comitive. Il Cral delle Generali ha commissionato tre visite guidate. «La prima si è già svolta e io parto da via Brenta Vecchia, dalla madonnina, e parlo anche del convento di Santa Maria delle Grazie e di Mestre. Qualche collega a Venezia ci guarda con sufficienza. Non importa», dice la Colecchia. —
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