Inceneritore a Fusina, via libera alle due linee. Ora manca solo l’ok di Zaia

Tutto come da copione: arrivato il via libera dalla conferenza di servizi all’impianto Ecoprogetto, ma senza la linea Pfas
camino di raffreddamento dei fumi del termovalorizzatore.Nuovo termovalorizzatore Veritas Ecoprogetto.Mestre, 01/07/2020.Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile
camino di raffreddamento dei fumi del termovalorizzatore.Nuovo termovalorizzatore Veritas Ecoprogetto.Mestre, 01/07/2020.Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile

FUSINA.

Tutto come da copione. Ieri la conferenza di servizi, presenti Regione, Comune diVenezia e Città Metropolitana, ha dato il proprio via libera al progetto di inceneritore a Fusina, presentato dalla Ecoprogetto del gruppo Veritas. Ora manca solamente la autorizzazione ambientale che dovrà concedere la giunta regionale del Veneto. Tutto come da copione, perché il via libera riguarda solo due delle tre linee dell’impianto al centro da mesi di un aspro dibattito tra favorevoli e contrari.

La linea per l’essiccazione dei fanghi urbani, compresi quelli contaminati dai Pfas, finisce per ora nel freezer, dopo che Veritas, invitata dalla Regione, aveva deciso di sospenderlo. Il percorso autorizzativo per l’inceneritore di Fusina, ha ottenuto quindi il via libera solo per le altre due linee, dei rifiuti (Css) e del materiale legnoso non riciclabile.

Via libera in Conferenza di servizi che ricalca le decisioni assunte a metà luglio a Roma nell’incontro tecnico svoltosi sul progetto di aggiornamento tecnologico del polo impiantistico di Fusina, tra la regione e i tecnici del ministero dell’Ambiente guidato da Sergio Costa.

E come si era detto nel tavolo romano, la conferenza di servizi considererà solo le due linee “convenzionali” dell’inceneritore, scorporando la terza, quella relativa al trattamento dei fanghi di depurazione urbana potenzialmente contaminati dai Pfas che avrà un percorso diverso perché, aveva chiarito la Regione, «tale operazione dovrà essere effettuata con tecnologie preventivamente validate dalla comunità scientifica nazionale».

Via libera che arriva in una città che nonostante le ferie di Ferragosto resta divisa sull’impianto. Favorevole il Comune con l’attuale sindaco Brugnaro e l’assessore De Martin, convinti della bontà del termovalorizzatore tanto da pensare di portare giornalisti e cittadini, in missione a Copenaghen per vedere come in Danimarca questi impianti sono normalmente presenti nelle città.

Restano contrari la rete dei comitati e tanti cittadini: la casa del Popolo Ca’ Luisa di Marghera nei giorni scorsi ha continuato ad ospitare quanti volevano firmare contro l’impianto. Nel sostenere la linea per i fanghi il direttore generale di Veritas, Andrea Razzini, aveva spiegato che «la comunità scientifica oggi è d’accordo sul fatto che il migliore modo di smaltire i Pfas e altri micro inquinanti è la combustione, con la produzione di preziosa energia per l’autofunzionamento dell’impianto, come si fa, per esempio, in Svizzera». Per Regione e ministero però è meglio muoversi con maggiore cautela.

E quindi va avanti il progetto ma solo con due delle tre linee. I maliziosi avevano subito rilevato che la cautela probabilmente ha a che fare con le prossime elezioni regionali e comunali. E certo il dissenso sul progetto diventa ora un tema del confronto politico. Anche perché davvero ora manca solo l’autorizzazione della giunta regionale.

Nessun commento ufficiale dai vertici di Veritas, la azienda multiservizi che controlla Ecoprogetto e che ha cercato in tutti i modi in questi mesi di spiegare la bontà della operazione, nata per sopperire alla scelta di Enel di non bruciare più quote di Css nell’impianto della centrale Palladio , per la quale è stata avviata la procedura di Via per la trasformazione da carbone a metano. Solo arriva la conferma dell’ok di ieri.

Altri impianti di Veritas, come il famoso SG31 di Marghera, ha depositato a fine luglio sempre agli uffici della Regione Veneto la richiesta di prolungare la autorizzazione ambientale che è attiva dal 2017 e che va sottoposta a rinnovo. In questo impianto si sperimenta già il trattamento di Pfas. —

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