Imprenditore cade in un silos e muore

CEGGIA. Cade nella fresa di un silos per la lavorazione del grano: è morto così, ieri verso le 16 in via I Maggio a Ceggia, Giuseppe Mascarin, 67 anni di Cinto Caomaggiore, titolare della Maxinox, un'impresa che ha in appalto la pulizia dei silos della "Nuova De Franceschi Azteca" di Ceggia; azienda che opera da anni nel settore della lavorazione dei mais.
Mascarin si trovava all'interno di uno degli enormi silos assieme a un dipendente che lo stava aiutando. Un lavoratore esperto, che era abituato a svolgere queste operazioni che eseguiva da anni.
Stavano rompendo in particolare grumi di granella accumulati alle pareti e sul fondo dell'enorme contenitore. Alla base dei silos si trova questa fresa che ruota con le sue pale e serve per estrarre il germe di grano.
L'uomo è stato agganciato dalla fresa e vi è caduto dentro per cause ora al vaglio dello Spisal. Le pale della fresa hanno causato vari traumi gravissimi agli arti inferiori fino a causarne la morte.
Vani i tentativi di soccorrerlo e chiedere aiuto agli operai dell'azienda che sono tutti accorsi dopo aver sentito le grida disperate dell'uomo che è spirato poco dopo l'incidente.
Sul posto sono giunti immediatamente i vigili del fuoco di San Donà con l'ambulanza del 118, quindi i carabinieri della compagnia sandonatese e lo Spisal dell'Asl 10 che è competente nei casi di incidenti sul lavoro e che dovrà verificare con i suoi tecnici se erano state adottate tutte le misure di sicurezza previste in questi casi dai manutentori.
In via I Maggio sono arrivati nel tardo pomeriggio anche i parenti del deceduto, disperati per il tragico incidente in cui aveva poco prima perso la vita.
Un momento straziante per loro che lo avevano appena saputo e hanno visto il luogo dell'incidente sul lavoro. Mascarin lascia la moglie Yvonne, i figli Ivan e Roberta e il nipotino Christian per il quale stravedeva.
Persona sempre disponibile e pronta alla battuta, grande appassionato di ciclismo nel tempo libero non perdeva occasione per un giro in sella alla due ruote.
Il silos è stato posto sotto sequestro per le indagini in corso, mentre la salma è stata ricomposta nella cella mortuaria dell'ospedale di San Donà a disposizione dell'autorità giudiziaria per tutti gli accertamenti previsti.
Purtroppo la lavorazione all'interno dei silos è sempre molto pericolosa. In passato sono morti operai addirittura soffocati da esalazioni fatali. Spesso è necessario arrampicarsi molto in alto e anche il pericolo delle cadute è sempre incombente.
(ha collaborato
Gian Piero del Gallo)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia