Il testamento spirituale del “gigante buono”, morto a 18 anni per tumore. «Non pensate a me, prendete tempo per voi»

L’addio di Gianluca Boscolo Biello, il ragazzo appena maggiorenne sconfitto in otto mesi da un sarcoma 
Valli - Funerale Gianluca Boscolo Bielo di anni 18 Mestre, 28/01/2021 Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile
Valli - Funerale Gianluca Boscolo Bielo di anni 18 Mestre, 28/01/2021 Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile

L’ultimo saluto

«Mamma e papà non passate le vostre giornate in cimitero, prendetevi del tempo per voi e pensate a me girando il mondo». Questo l’ultimo pensiero per i genitori di Gianluca Boscolo Biello, il diciottenne vinto da un sarcoma di Ewing in otto mesi.

Lo ha rivelato ieri, durante i funerali, il parroco di Valli don Massimo Fasolo con cui il giovane aveva avuto un dialogo profondo quindici giorni prima della scomparsa.

Un sorta di testamento spirituale con cui Gianluca ha pensato ai suoi affetti e alla sua comunità. Ieri per l’ultimo saluto tutta Valli si è fermata. Alle 15 i bambini della primaria sono usciti in giardino per lanciare un urlo al cielo e salutare Gianluca.

Alla stessa ora una folla di persone affollava ogni metro libero della piazza, della chiesa e del patronato per seguire le esequie. Tre comunità, quella di Valli dove la famiglia di Gianluca vive e dove per 32 anni ha gestito il negozio di ortofrutta, quella di Conche, paese originario della mamma Susanna Ferro, e quella di Sottomarina, da dove è originario il papà e da dove sono arrivati i carabinieri colleghi della sorella Valeria.

Tra la folla parenti e conoscenti e tanti giovani amici di Gianluca, “il gigante buono” che non aveva abbandonato il sorriso nemmeno nei mesi della malattia, delle chemio e dei pellegrinaggi in ospedale.

Don Massimo nell’omelia ha ricordato il percorso clinico, il coraggio e la maturità con cui ha affrontato la malattia, la speranza nella medicina per una guarigione, l’eroismo dei genitori e i talenti di Gianluca che è stato un “dono breve, ma bello e puro”, una luce per la sua famiglia, un fratello perfetto per la sorella, un giovane solare, sensibile e generoso con gli amici.

«Ho avuto modo di conoscere Gianluca in un camposcuola a Asiago qualche anno fa», spiega don Massimo, «ho subito visto un giovane con grandi doti. Nell’ultimo periodo ho avuto due incontri profondi, nei quali abbiamo parlato a lungo. Nell’ultimo, 15 giorni fa, mi ha consegnato una sorta di testamento. Mi ha detto che voleva regalare il suo nuovo tavolo da ping pong ai giovani del patronato. Mi ha chiesto di organizzare una serata per sensibilizzare le persone sul tema dei sarcomi e che al suo funerale non avrebbe voluto fiori ma donazioni per la ricerca scientifica. Ai suoi genitori poi ha chiesto di non chiudersi nel dolore, ma di prendere del tempo per loro e di viaggiare».

Le doti di Gianluca sono state ricordate anche dai docenti dell’indirizzo Meccanica dell’itis Righi, la scuola a cui era iscritto e che quest’anno non aveva potuto frequentare, con un contribuito per l’omelia, e dagli amici.

Al termine della funzione gli amici di infanzia, i compagni di scuola e gli amici della compagnia di Valli hanno voluto ricordare il “gigante buono” raccontando alcuni aneddoti del passato per far capire quanto Gianluca abbia lasciato un segno nelle loro vite. I giri in moto sui campi, la pesca sul fossato dietro casa del nonno, i pomeriggi a pane e Nutella, le canzoni dei Queen, le sfide a ping pong, la passione per la cucina e quel coraggio con cui ha affrontato la malattia fino all’ultimo giorno. Proprio gli amici hanno voluto portare la bara a spalla fino al carro funebre per poi partire in corteo verso Conche dove Gianluca ha chiesto di essere sepolto vicino all’adorata nonna, scomparsa da poco. —



© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia